Divide et impera


Le campagne di conquista di Ottaviano in seguito alla morte di Cesare furono innumerevoli, il fido popolo dei tennesi lo adorava. Mancava da più di due anni perché era impegnato nell’ardua impresa di sconfiggere gli ultimi schiavi ribelli, che dopo la scomparsa di Sacksacus si erano rifugiati sulle montagne. Le ricerche affidate al condottiero chiamato Tribula non Ebbero però alcun risultato, Ottaviano quindi, accorgendosi del malcontento che si stava insinuando tra le file dei suoi, decise di ripiegare verso casa. Si aspettava un accoglienza degna di un condottiero, ma si accorse ben presto che fuori dalla fortezza di Tenno non c’era alcuna pompa magna, un silenzio irreale avvolgeva l’intera Valle, si vedevano tutto attorno resti di cibaria è otri di vino ormai vuote, questo lo insospettì non poco, fece suonare il corno per avvertire del suo arrivo, l’enorme portone del castello di Tenno si aprì e gli venne incontro un suo ministro, il Ledrense, scortato però da un gruppo di Legionari che non conosceva, avevano una strana spilla sul petto, da lì a poco Ottaviano si rese conto che il suo regno era finito. Fu accompagnato nel grande salone delle onorificenze, lì l’ultima volta v’erano appesi i tesori delle conquiste gloriose avute in passato, ora invece penzolavano da ogni parete quello che a tutti gli effetti sembravano insaccati e salami, inorridì alla vista di tale scempio. Ma quella cosa che gli fece mancare il respiro fu la vista di quel personaggio a cui stava dando la caccia, se ne stava sdraiato su un sofà circondato da ogni ben di Dio, una scena orgiastica gli si presentò davanti, Skizzo trasudava di benessere e lussuria, sembrava essere proprio lui il padrone del palazzo ora e non si sbagliava. Poco più in là, malgrado tentasse di nascondersi, intento a azzannare il vitellino appena arrostito, c’era il gladiatore Cannibal della legione delle vetus  gloriam, anche lui come molti altri s’era fatto abbindolare dalle promesse del nuovo arrivato, in breve tempo era riuscito ad assoggettarsi i popoli vicini ricoprendoli furbescamente con ogni genere di carne, vino e frutta esotica. Ottaviano fu avvicinato da Alexius, figlio dell’altro condottiero suo alleato, il Ciuccia, ormai anche lui tradito dai suoi, aveva tentato alleanze improbabili come con l’ispanico Enriquez o il temibile Uncinus pur di spodestare l’egemonia di Skizzo.  Alexius gli disse che in fondo non si stava poi così male sotto l’attuale regno, e che forse avrebbe fatto bene anche lui ad affiliarsi, ma Ottaviano dopo aver visto anche il suo gladiatore Mirkus umiliarsi facendo il giullare di corte in mezzo a centinaia di paperotte gialle al cospetto di Skizzo, non accettò, si voltò verso Tribula ma non lo vide più, era avvinghiato con una cortigiana dentro ad un otre di vino, era passato anche lui dall’altra parte.

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Una risposta a Divide et impera

  1. UN ALTRA PERLA DI DEMENZIALITA’ DA ANNOVERARE NELLA COLLANA DEI RACCONTI DEL CICLO, SOLO PER VOI CINGHIALI !

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