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“IL CIELO SOPRA TROIANA”
Val di Cavedine, ore 4 del mattino, i tre rimasti in gara percorrono la statale verso Drena in un silenzio interrotto solo da qualche grillo fuori stagione, ad un certo punto i loro sensi ormai messi a dura prova si risvegliano, un profumo inconfondibile, quello del pane caldo. ” C’è dentro uno in canottiera, ma non mi sembra che ci abbia sentito “, il Tarci si era arrampicato quel tanto che bastava per sbirciare dentro il laboratorio del panificio, mentre la Yurka aveva provato a bussare sulla porticella del retro bottega, Enriquez era pronto, o quasi, a spiegare tutto davanti alla porta principale nel caso l’uomo si fosse spaventato e avesse inforcato qualche strano oggetto. Ma dopo circa tre minuti di vari tentativi per attirare la sua attenzione, i tre si rassegnarono e ritornarono in sella alle loro biciclette, si sentivano più o meno come quei cani nel periodo del calore quando gli fanno vedere una bella cagnolina cotonata e poi li strattonano via sul più bello. A quelle ore della notte, la percezione dei posti, del tempo e dei fatti cambia, sembra impossile che da lì a poche ore il posto in cui ti trovi possa cambiare radicalmente, tutto è più rilassato, anche quel metronotte che ad un certo punto si è visto passare davanti quei tre che pedalando riuscivano a mangiare qualche cosa, lui sorrise e si ricordò del cartoccio con le alette di pollo che gli aveva preparato sua moglie, e ricambiò il saluto con una di quelle. I primi bagliori del nuovo giorno facevano strizzare gli occhi ai tre, probabilmente qualcuno di loro aveva anche delle strane visioni a giudicare dagli scatti improvvisi mentre si voltavano a vedere castagne che rotolavano, nonostante il Tarci conoscesse a menadito ogni albero,e descrivesse minuziosamente sia quanto durava un tornante e quanto poco mancasse alla cima, le ultime rampe che portano ai Carobbi sembravano interminabili. Valentino era già sveglio, i tre fecero piano nell’avicinarsi, stava chino sulla legna in parte al grande prato di troiana, quando si girò e li vide, bianchi come i funghi che non si mangiano, allargò le braccia incredulo e disse : ” allor…ghe l’avè fàta sul serio ! “ poi furono caffè, doloretti di ogni tipo e risate. Nessuno dei tre aveva intenzione di rilanciare, quando vivi insieme un esperienza così, senti che è giusto finirla insieme, magari dandosi un arrivederci alla prossima avventura.
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” QUELLA SPORCA ULTIMA CORSA ” vietato ai pigroni
E mentre manca poco meno di una settimana all’epilogo su strada del TDP 2011 con ” Quella sporca ultima corsa “, si rafforzano le misure di sicurezza in quel di Troiana, dove il prode Valentino sta difendendo coi denti la preziosa scatola contenente le votazioni di marzo della ” Tappa che non c’è “, giorni di passione attendono quindi ai partecipanti di questa folle corsa, alcuni di loro hanno fatto perdere le loro tracce dopo aver ricevuto minacce o strane visite… Ma veniamo al dunque, l’ultima prova in programma quest’anno, come ampiamente detto partirà la mattina della domenica e non la sera del sabato, dando così modo di partecipare anche a quelli a cui le tenebre possono incutere timore, e sopratutto tempo permettendo, di poter passare una giornata assieme in posti belli senza la frenesia della gara di velocità. Il programma prevede degli step che a seconda appunto del meteo, o eventualmente di conclusione anticipata possono essere modificati, la partenza è prevista intorno alle ore 10 del mattino di domenica 25 settembre dalla piazza catena a Riva. Il primo step prevede la salita verso il rif. s.Pietro sino al bivio di vedesè, da lì prenderemo la direzione per la splendida val lomesona, dove se saremo fortunati incontreremo anche qualche animale della foresta e magari funghi che abbondano da quelle parti, a metà valle mangeremo un pranzo al sacco che si saremo preparati, proseguiremo poi in direzione Favrio e risaliremo al passo ballino per ritrovarci in busa nel pomeriggio, infatti con questro primo rientro daremo la possibilità di ritornare assieme a chi non voglia poi proseguire per il secondo step. Siccome le giornate si vanno via via accorciando, dopo un caffè a Riva sceglieremo il versante est del Baldo per osservare un tramonto dal posto privilegiato di doss casina, già visitato dal TDP nel 2008, si rientrerà di nuovo in busa prima del buio, da lì in poi se le ” ostilità ” continueranno, si andrà avanti col solito metodo del “rilancio” restando comunque sufficentemente bassi durante la notte, ma questa sarà un altra storia… Dicevamo quindi che la prima parte della tappa sarà adatta un po’ per tutti, tenendo presente che come di consuetudine il ritmo di pedalata sarà comunque da gita e non da gara, e si aspetterà sempre quello o quella che chiuderà il gruppo. Per chi ha intenzione di non smettere subito, si raccomanda di premunirsi di sufficenti luci e abbigliamento caldo per la sera, mentre il caschetto è fortemente indicato a tutti, per ora è tutto, ma restate aggiornati per eventuali altri particolari…au revoir !
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TUTTE LE STRADE PORTANO A…
E’ sempre stato così, e sara così anche nell’ormai prossima stagione dei Tour de pance nella casa di riposo , ci sono sempre state due scuole di pensiero, la prima, quella più numerosa, più prudente che predilige tracciati magari duri ma con poche difficoltà o pericoli, e poi c’è quella dei più picchiatelli, che vorrebbe tracciati tecnici o comunque più avventurosi. Proprio per questo motivo, nella prossima tappa del TDP, inizialmente prevista con partenza ad Arco, via laghel e ritorno da prabi ad Arco, è stata modificata per evitare problemi seri ai suoi partecipanti, per evidente mancanza di sicurezza, ma prima di comunicarvi il tutto ci siamo presi del tempo ( anche perchè di tempo ne abbiamo avuto veramente poco . La partenza sarà alle ore 19 di mercoledì 7 settembre ad Arco all’altezza della base per la salita al castello vicino alla villa Italia, poi si salirà a laghel, tenendo la destra quando si attraverserà l’abitato, continuando sulle ultime rampe ad un certo punto si inforcherà il sentiero verso Ceniga e maso lizzone, circa a metà discesa avrete la possibilità di scegliere da soli il vostro tracciato di discesa che più vi piace, la prima opzione è quella iniziale a destra, tecnica che porta al ponte romano, la seconda, più facile, ma dove comunque bisogna fare attenzione al ghiaino, sarà a sinistra, che vi porterà all’altezza di maso lizzone, dove anche lì è meglio allungare il collo per eventuali mezzi agricoli in uscita sulla vostra destra. In tutti e due i casi si raccomanda la massima attenzione, sia per eventuali persone che all’eccesso di confidenza sui propri mezzi ( casco assolutamente indispensabile ), si proseguirà poi lungo il sentiero che sbuca in prossimità del ponte sul fiume sarca a Dro, lì attenzione per il breve tratto su strada ( circa 100 mt.), poi a sinistra sul sentiero che porta a Pietramurata che immetterà ad un certo punto a destra direttamente al campo sportivo di Oltra dove sarà posto l’arrivo. Il percorso sebbene non sia eccessivamente duro, non va preso sotto gamba, non finiremo mai quindi di raccomandarvi prudenza nei punti chiave e in caso di sorpasso, lasciatevi sfilare senza voler fare atti sconsiderati per tenere la posizione. Ci risentiamo a breve, e buone pedalate a tutti !
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L’ORIZZONTE E’ LA TUA SCHIENA ( parte terza)
Non so chi sia stato a pronunciare quella massima, mentre mi superava in uno di quei tornanti dei gazzi dove la bicicletta sembra affondare nell’asfalto, ero troppo confuso per alzare la testa, ma di sicuro mi colpì duramente, la frase diceva all’incirca così : ” quando sentirai la fatica avvolgerti completamente, allora vorrà dire che starai già riposando “. Ho provato a riflettere ( forse riflettere è una parola grossa in quel momento ), in effetti anche se non me ne accorgevo, qualcosa dentro la mia mente era cambiata, un senso misto di arrendevolezza e rilassamento mi avvolgeva, ero quasi compiaciuto di questa situazione, almeno sino a quando non alzai la testa. Spesso quando si attraversa un momento, diciamo così delicato, ci si accontenta di arrivare ad un obbiettivo alla volta, se sei in bicicletta in una salita lunga e dura, è meglio che non guardi la cima, specialmente se sei all’inizio e stai struciando senza attenuanti. Lo vidi a circa cento metri, aveva la nostra divisa ma non potevo distinguere chi fosse,era più curvo di me, si trovava sul punto più duro della salita, ogni tanto cercava di alzarsi in piedi sui pedali ma poi ricadeva rovinosamente sulla sella spossato, ad un tratto mi sentì meglio, non so perchè ma le mie gambe ritrovarono vigore. Ci vollero una cosa come cinque minuti prima che lo raggiunsi, lo affiancai, lui mi sorrise e mi domandò se la strada per il monte Altissimo fosse giusta, non era uno dei nostri, la maglia che da lontano mi sembrava quella del tour, era un facsimile, era un turista che aveva sbagliato decisamente rotta. Grazie a lui le forze ritrovate mi permisero di riprendere il personaggio che qualche chilometro prima mi disse quella frase, lo affiancai e gli dissi che aveva ragione, lui srollò la testa, non potè fare altro…
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STENDIAMO UN “VELO” PIETOSO :-)
Forza amici ! Ci aspetta l’ultima fatica prima dello stop ferragostiano, una salita di tutto rispetto quella del velo, inutile negarlo, sarà una bella sgobbata, ma lo splendido gruppo del TDP è abituato ormai da tempo ad affrontare le prove più difficili. Sarà la tappa dove conterà salire col proprio ritmo, anche se poi come già è successo, si vedranno crisi mistiche con i soliti fuori soglia da capogiro e perchè no, un arrivo coi crampi per più di un partecipante, ma alla fine tutti saranno contenti, sopratutto all’idea di una buona mangiata in compagnia. Infatti abbiamo contattato il gestore della pizzeria genzianella, che ci ha proposto un prezzo di 10 euro per pizza e bevanda, quindi per favore facciamo una conta di chi vorrà fermarsi a cena, tanto da sapergli dire un numero approssimativo. Speriamo che questa volta il meteo ci sia amico,ricordiamo comunque che la tappa si svolgerà anche in caso di pioggia ( in questo caso non dovrebbe spaventare qualche goccia d’acqua sopra quelle del sudore che sgorgheranno copiose dalla fronte ) La cena si farà dalle 20 e 30, quindi anche quelli meno veloci avranno tutto il tempo di arrivare senza dannarsi l’anima. Avevamo già in precedenza avvertito dell’errata data sui calendari e poster del Tour de pance, passate quindi la voce a chi non frequenta il sito, la tappa sarà mercoledì 27 luglio alle ore 18 e non il 29 luglio. Ora ungetevi i muscoli, il vostro compagno di birra si sta allenando per arrivare prima di voi, perchè anche se dite di non essere competitivi, ormai non vi crede più nessuno la tappa delle biglie per esempio ha messo a nudo più di un partecipante, questo amici rende il TDP la corsa a tappe più folle che ci sia, portarla a termine è quasi un impresa, ( cercasi psikologo.. )
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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL TDP (3a parte)
Qualcuno se lo ricorda qualche tempo fa ai lati della strada durante una tappa del tour, aveva le scarpette da ballo bianche in tinta con i pantaloni, pronto per andare alla serata di salsa e merengue, ma prima voleva vedere il suo amico, il Ciclone Kontrowicz che si dannava pedalando in salita tra gli altri dannati del TDP, pensava fosse una cosa che lui non avrebbe mai fatto. Qualche settimana dopo Artur, soprannominato Zohan, era in prima fila anche lui, a bordo del tandem-furgone costruito con meticolosa attenzione dettata forse dalla sua ventennale permanenza in Germania come ingeniere, quel polacco dall’aria seria era ora parte integrante di quel gruppo di folli ciclisti e ne era felice. Quando arrivò il grande bruco la tempesta si intensificò, e tutti lo additarono come una sorta di maledizione, anche la diavoletta Yurka si mise le mani sulle corna, solo il bagnino Coregon sembrava indifferente sotto il suo enorme ombrellone, mentre l’odore delle puntine proveniente dal gruppo del Mago radunava intorno a loro gli altri disperati. Nella piazza sferzata dalle raffiche di vento Enriquez e la sua bici-tigre che prendeva fuoco per un fumongeno, sembrava inseguito dalle sedie e tavoli portati al centro della piazza dalla buriana in una danza grottesca. Ma tutte le tempeste si placano prima o poi, e quando misero fuori il naso per scrutare il cielo, sembravano come belve affamate attirate dall’odore della preda, la loro era la Ponale. Zohan mentre guidava sudatissimo il furgone sembrava non sentire le imprecazioni del suo compagno di tandem, si sporgeva dal pertugio della finestrella ammaliato dallo squarcio di luna piena in mezzo ai fulmini, era inghiottito dalle emozioni, paura e meraviglia si mescolavano in lui, la fatica sembrava svanire davanti a quello spettacolo, e la Germania era un lontano ricordo.
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LUCCIOLA E’ BELLO !
A che punto siete con i preparativi per la notte delle lucciole ? Si sa di gente che si prepara qualcosa di speciale da mesi, ma come ben sappiamo alcuni altri sono capaci di improvvisare altrettante follie in pochi attimi fuggenti nell’ultima settimana o all’ultimo momento. Ogni anno che passa la tappa regina del Tour de pance, le ” Lucciole della Ponale “, stupisce sempre più, una specie di carnevale delle due ruote, ma badate bene, da portare sin lassù nel paese di Pregasina, dove il comitato del posto si è già attivato come sempre per accoglierci calorosamente come sempre. E se Riva del garda si colorerà improvvisamente con le sorprese del TDP, la magica Ponale si illuminerà col lento procedere della carovana, qualcuno c’è da giurarsi suderà più del previsto per trascinare la sua creazione, ma tutti alla fine avranno il ricordo più bello di questa favola estiva. La formula rimane la stessa, ritrovo alle ore 21- 21 e 15 in piazza catena, uno dopo l’altro i partecipanti arriveranno sotto gli occhi divertiti dei turisti, poi verso le 21 e 30 faremo la consueta passerella cittadina, solo alle 22 si partirà dallla prima galleria della Ponale, il comitato Cis ci avrà predisposto torce nelle gallerie, mentre al segnale di Pregasina si darà inizio alle danze. Sarà il solito rischiatutto a decidere chi sarà il vincitore, con le solite palline da pescare all’arrivo, i tempi saranno quelli di Tenno, dai 60 ai 75 minuti. Ma attenzione, poi ci sarà la giuria locale che deciderà chi saranno le migliori 10 scenografie da premiare in exequo, siano gruppi che singoli. Negli ultimi tempi si sono presentati sempre più gruppi, un bellissimo colpo d’occhio, ma a leggero discapito della varietà e quantità dei costumi e luci presenti al via. Una cosa ci tenevamo a dirla, vista la proverbiale disponibilità della gente di Pregasina, quando saremo lassù, dopo che ci avranno offerto da bere e mangiare, non tiratevi indietro nel comprare qualche bel biglietto per la lotteria della festa dell’ospite di Pregasina, sarebbe antipatico non ricambiare tale generosità Detto questo amici, Tutto il resto sarà accademia, punti e classifiche le scopriremo dopo, prima godiamoci un occasione d’oro per divertirci insieme in questa folle notte sulla nostra amata bicicletta Munitevi del necessario per il ritorno ( anche se pensiamo che luci non mancheranno di sicuro ), a presto furfanti !
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LA PRIMA VOLTA DELL’AGENTE WOMBAT
” Volante otto rispondete ! ” La radio trasmittente continuava a gracchiare tra i cespugli, e il cagnolino della signora Margoni sembrava impazzito, cercava di addentarla ma ogni volta che si accendeva il contatto arretrava spaventato. Quella notte i topi d’appartamento sembravano essersi messi d’accordo, forse una soffiata, o probabilmente erano al corrente da tempo della tappa del tour de pance in spiaggia, perchè quello sarebbe stato il momento buono, sì perchè i due agenti che avrebbero dovuto pattugliare il quartiere difficilmente sarebbero stati al loro posto. Infatti sia l’agente otto che l’agente Wombat erano chini sulla sabbia intenti a far rotolare la propria biglia in pista, uno di loro per non essere interferito aveva lanciato la trasmittente nella siepe antistante il campo di gara, ma nella foga si era dimenticato di avvertire la centrale di farsi sostituire per quelle due ore. Quella notte fu man bassa ! non erano solo i soliti furtarelli, ma veri e propri traslochi d’appartamento operati in forma sistematica e professionale, il camion di panzstrong, uno tra gli assenti programmati della tappa in corso, era tra i più colmi d’argenteria e opere d’arte, ma anche il furgone di sacks non scherzava, tra le caldaie che usava come alibi aveva nascosto i gioielli provenienti dalla villa dei conti Zaveroni. L’agente Otto pallidissimo, con la radio trasmittente piena di bava di cane in mano, cercava di dirglielo, ma l’agente Wombat non lo degnava di uno sguardo, aveva la coppa del vincitore in mano e stava facendo il giro del campo mandando baci alle badanti russe sedute sulle panchine, fu l’ultima cosa che alzò al cielo prima di lasciarsi cadere le braccia, li ammanettarono entrambi. Una figura seduta sul suo furgone nella penombra li osservava, e quando gli passarono vicino, gli strizzò l’occhio, il segnale inequivocabile che Panzstrong aveva preparato tutto,dopo aver scaricato delle cosette a casa sua, vestito d’agente si era già sostituito alla scorta incaricata a portarli al fresco, il tour era ancora lungo, la prigione poteva attendere.
Questa breve storiella la dedichiamo ancora una volta a tutti voi, che nonostante alcune prove dure da intraprendere, non mollate mai. Quella delle biglie, come tutte le tappe virtuali, rappresentava un banco importante di prova, se il TDP più volte è stato paragonato ad una sorta di terapia di gruppo, quella che chiamiamo virtual tappone scoperchia il gran pentolone dei vari caratteri dei personaggi, e se è vero che in quella notte si torna bambini, non c’è da stupirsi se anche qualcuno perde il controllo per un gioco, questo è l’obbiettivo ! Una grande festa, un gioco di molti anni fa, una sera solo parzialmente disturbata dal tempo, la finale si è comunque disputata dignitosamente a dispetto della buriana che imperversava, Wombat vince la sua prima tappa e lo merita, Otto non si riconferma campione, ma per alcuni momenti ha fatto credere a tutti che ce l’avrebbe fatta. La maglia gialla Giggi barcolla un pochino con l’avvicinarsi minaccioso sia di Nico, che del onnipresente Mago, ma poi attenzione, perchè con le ” Soccià’l card ” ancora in palio, dietro ci sono alcuni pronti ad approfittare di eventuali mosse false dei loro avversari, poi ci sono stete le solite sfide incrociate a tener banco, in primis il derby suicida tra Enriquez e il Cecido, che incuranti del Mago dietro, hanno buttato al vento la finale con un ultimo tiro da ” galera “. A parte questo, vogliamo ringraziarvi davvero tutti per aver tenuto duro, la tappa virtuale si sa , può durare molto, specialmente se il numero dei partecipanti aumenta, col senno di poi si può rivedere alcune cose, ma pensiamo di avere fatto tutto quello che potevamo fare per farvi divertire, e senza dell’aiuto di alcuni di voi, che ringraziamo, non ce l’avemmo fatta. Ora una breve pausa ma non troppo però, è già tempo di pensare alla prossima, le ” Lucciole ” sono vicine, passate la voce perchè sarà una festa memorabile, ora dipende da noi mettere i colori a quella notte…. a presto furfanti !
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IL TEMPO DELLE BIGLIE ( Amarcord )
Che il Tour de pance non sia solo bicicletta l’avete capito da un pezzo ormai, sarebbe davvero riduttivo etichettarci come ciclisti, anche perchè forse non reggeremmo il confronto con altri ben più determinati soggetti in circolazione, ma noi probabilmente abbiamo quel “qualcosina” in più che ci fa spaziare in campi che mai ci saremmo sognati di affrontare, dal teatro spiccio in strada, a vere e proprie recitazioni, piccoli romanzetti, o addirittura di cantare, una vera e propria officina del delirio. Detto questo amici, mercoledì sera ci ritroveremo ancora una volta in spiaggia ai sabbioni, per interpretare la tappa virtuale di quest’anno, niente bicicletta solo biglie da far rotolare sulla pista di sabbia e festa. Come da tradizione la prova sarà preceduta da un buffet autogestito, dove ognuno di noi porterà qualcosa da mangiare, sia salato che dolce, da bere ed eventualmente è anche ben accetto pane ecc.., alle vettovaglie pensiamo noi, come anche ai tavoli. Avremo musica sapientemente proposta dal nostro dj Giuspe che ci rallegrerà durante la tappa, portatevi la divisa come se fosse una normale tappa su strada, braghette comode e sandali. La pista quest’anno presenterà diverse novità, la prima è una mega struttura in cartongesso costruita dal Tribula, con 2 gran premi della montagna, dove chi passerà per primo incasserà 50 punti, poi tunnel, curva parabolica, pavè ecc.., invece abbiamo levato le buche di penalità per sveltire la prova. Le batterie di qualificazioni a seconda dei partecipanti potrebbero essere di 10 persone, e come l’anno scorso solo i primi 2 di ogni batteria passeranno alla finale dal primo al decimo posto, mentre a seguire i terzi e quarti di ogni batteria faranno la finale b e così via a seconda dei piazzamenti, dovremo collaborare per aiutare nel miglior modo possibile l’arbitro e ci saranno dei gavettoni a chi cercherà di fare il furbo. Quindi vi invitiamo a presentarvi intorno alle 19- 19 e 30 in spiaggia, chi naturalmente può aiutarci a preparare il tutto venga intorno alle 17- 17 e 30, ci farà enorme piacere. Di seguito vi riportiamo il breve racconto che Enriquez aveva scritto tre anni fa, in occasione della prima prova delle biglie. A presto !
” IL TEMPO DELLE BIGLIE “
Era l’Italia delle bombe, dell’austerity, degli scontri in piazza, ma era anche l’Italia che si lasciava giocare in strada dai ragazzini come me, che a dispetto dei periodi più bui che stava vivendo, sapeva regalare ancora dei momenti di rara bellezza. E allora quando arrivava la bella stagione, se non era all’oratorio, pronipote dei più recenti e raffinati centri sportivi, poteva essere in una di quelle sporadiche chiazze di verde che resistevano quà e là tra i vari quartieri della città, ogni posto andava bene per il gioco delle biglie, all’interno di esse vi erano raffigurati i campioni del ciclismo, figli di un dio minore, oscurati dai divi del calcio come Mazzola e Rivera, che dividevano un Italia, già abbastanza divisa da altri gravi problemi, che comunque non sembravano più importanti di una domenica calcistica. Una volta trovato il posto giusto, meglio di tutti erano quelli con la sabbia, si trascinava per i piedi il compagno di giochi, affinchè il suo fondoschiena disegnasse la pista dove i vari Gimondi, Bitossi, o Zandegù potessero sfrecciare rotolando nelle biglie da noi animate. Ricordo che un mio amico vinceva quasi sempre, e se noi avevamo biglie con campioni ben più titolati come Gimondi o Baronchelli, lui con quell’improbabile Gavazzi, che nelle corse reali in strada, era un eterno piazzato, sulla magica sabbia dei nostri giochi arrivava quasi sempre davanti. Ma non erano solo bambini a partecipare a questo gioco popolare, anzi non era raro ritrovarsi chinati sulla pista di sabbia con chi l’età dello sviluppo l’aveva già passata da un pezzo, e ormai non aveva più le ginocchia sbucciate. Quel pomeriggio lo ricordo ancora, i giardinetti dove giocavamo tra i palazzi di una Milano finalmente sgombra dalla nebbia che l’attanagliava dal lungo inverno, erano più popolati del solito, vicino a noi, seduto su di una panchina, un uomo di una certa età ascoltava una radiolina portatile, il volume era abbastanza alto per capire tra gli schiamazzi dei bambini, le ultime notizie dellla giornata, e così tra un tiro di biglie e l’altro, le indignazioni dei politici alla radio per l’ennesima strage di civili ad opera di una bomba esplosa tra la folla, un altra tristissima pagina dell’Italia di quel tempo, quella di Brescia del 1974. Però era più che normale che certe notizie ci scalfissero solo di striscio, in fondo eravamo ancora dei bambini, avevamo il diritto di volare un po’ più in alto, di poter continuare a credere ancora o di poter ribaltare storie già scritte o scontate, così quando ci fermammo esausti sulla sabbia mangiando un ghiacciolo alla menta, alla radio scorreva un titolo di coda sugli avvenimenti sportivi della giornata, annunciarono con nostro stupore che un certo ciclista di nome Gavazzi aveva vinto in volata la sua prima tappa al giro d’Italia, non credemmo alle nostre orecchie, la fantasia o la realtà delle nostre biglie aveva trionfato, potevamo davvero credere che un giorno il futuro l’avremmo fatto anche noi, e questo ci bastava.
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