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“IL TEMPO DELLE BIGLIE”
Che il Tour de pance non sia solo bicicletta l’avete capito da un pezzo ormai, sarebbe davvero riduttivo etichettarci come ciclisti, anche perchè forse non reggeremmo il confronto con altri ben più determinati soggetti in circolazione, ma noi probabilmente abbiamo quel “qualcosina” in più che ci fa spaziare in campi che mai ci saremmo sognati di affrontare, dal teatro spiccio in strada, a vere e proprie recitazioni, piccoli romanzetti, o addirittura di cantare, una vera e propria officina del delirio. Detto questo amici, mercoledì sera ci ritroveremo ancora una volta in spiaggia ai sabbioni, per interpretare la tappa virtuale di quest’anno, niente bicicletta solo biglie da far rotolare sulla pista di sabbia e festa, portatevi la divisa come se fosse una normale tappa su strada, braghette comode e sandali. Di seguito vi riportiamo il breve racconto che Enriquez aveva scritto alcuni anni fa, in occasione della prima prova delle biglie. A presto !
” IL TEMPO DELLE BIGLIE “
Era l’Italia delle bombe, dell’austerity, degli scontri in piazza, ma era anche l’Italia che si lasciava giocare in strada dai ragazzini come me, che a dispetto dei periodi più bui che stava vivendo, sapeva regalare ancora dei momenti di rara bellezza. E allora quando arrivava la bella stagione, se non era all’oratorio, pronipote dei più recenti e raffinati centri sportivi, poteva essere in una di quelle sporadiche chiazze di verde che resistevano quà e là tra i vari quartieri della città, ogni posto andava bene per il gioco delle biglie, all’interno di esse vi erano raffigurati i campioni del ciclismo, figli di un dio minore, oscurati dai divi del calcio come Mazzola e Rivera, che dividevano un Italia, già abbastanza divisa da altri gravi problemi, che comunque non sembravano più importanti di una domenica calcistica. Una volta trovato il posto giusto, meglio di tutti erano quelli con la sabbia, si trascinava per i piedi il compagno di giochi, affinchè il suo fondoschiena disegnasse la pista dove i vari Gimondi, Bitossi, o Zandegù potessero sfrecciare rotolando nelle biglie da noi animate. Ricordo che un mio amico vinceva quasi sempre, e se noi avevamo biglie con campioni ben più titolati come Gimondi o Baronchelli, lui con quell’improbabile Gavazzi, che nelle corse reali in strada, era un eterno piazzato, sulla magica sabbia dei nostri giochi arrivava quasi sempre davanti. Ma non erano solo bambini a partecipare a questo gioco popolare, anzi non era raro ritrovarsi chinati sulla pista di sabbia con chi l’età dello sviluppo l’aveva già passata da un pezzo, e ormai non aveva più le ginocchia sbucciate. Quel pomeriggio lo ricordo ancora, i giardinetti dove giocavamo tra i palazzi di una Milano finalmente sgombra dalla nebbia che l’attanagliava dal lungo inverno, erano più popolati del solito, vicino a noi, seduto su di una panchina, un uomo di una certa età ascoltava una radiolina portatile, il volume era abbastanza alto per capire tra gli schiamazzi dei bambini, le ultime notizie dellla giornata, e così tra un tiro di biglie e l’altro, le indignazioni dei politici alla radio per l’ennesima strage di civili ad opera di una bomba esplosa tra la folla, un altra tristissima pagina dell’Italia di quel tempo, quella di Brescia del 1974. Però era più che normale che certe notizie ci scalfissero solo di striscio, in fondo eravamo ancora dei bambini, avevamo il diritto di volare un po’ più in alto, di poter continuare a credere ancora o di poter ribaltare storie già scritte o scontate, così quando ci fermammo esausti sulla sabbia mangiando un ghiacciolo alla menta, alla radio scorreva un titolo di coda sugli avvenimenti sportivi della giornata, annunciarono con nostro stupore che un certo ciclista di nome Gavazzi aveva vinto in volata la sua prima tappa al giro d’Italia, non credemmo alle nostre orecchie, la fantasia o la realtà delle nostre biglie aveva trionfato, potevamo davvero credere che un giorno il futuro l’avremmo fatto anche noi, e questo ci bastava.
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DISORIENTEERING
Per vincere un Tour de pance devi essere un po’ scaltro, fortunato e pronto anche a modificare la strategia in corsa, se poi i muscoli dei polpacci prevalgono su quelli del “culo” allora si dirà che l’hai meritato, in ogni caso sino alla fine sarai disorientato, altrimenti che TDP sarebbe….
L’edizione di quest’anno pur presentando frazioni impegnative, riserverà come al solito sorprese e incognite di vario tipo che i cinghiali meno dotati sui pedali dovranno sfruttare per non perdere le ruote dei “big-oli”, alla dea bendata si sa non si comanda, ma questa formula con poco divario di punti dovrebbe accorciare di più la classifica, vedremo…
1 “PANCIA A TERRA” Diventata ormai classica, la breve ma intensa crono prologo primaverile aprirà le danze, qui nessuna sorpresa, vince chi sfonda il muro del suono nel kilometro in leggera discesa, i più forti metteranno tutti in fila sebbene di un solo punto alla volta.
2 “LA CLASSICA DI TENNO” Anche qui niente sconti, sfida come una volta all’ultimo fuori soglia nella prova dove tutti si confrontano da anni con la speranza di mettere la propria ruota davanti al prorpio rivale, che sia forte o lumacone non importa, tutti avranno il proprio obbiettivo ma al termine della tappa ci sarà un estrazione tramite pallina, ognuno pescherà un numero a secondo dei partecipanti, tale numero verrà poi sommato a quello acquisito con l’ordine d’arrivo.
3 “DUELLO ALL’ALBA” Ritorna un altra classica delle prime luci del giorno, quella delle marocche, divisa nelle consuete tre fasce di partenza: quella “pro-tetta” partirà subito, dopo 8minuti sarà la volta dei “ne carne ne pesce” a partire, dopo altri 5 minuti i “big-oli”. Avendo aumentato così i distacchi al via si potrà assistere probabilmente ad un finale movimentato, questa volta i più forti dovranno collaborare se vorranno prevalere altrimenti la beffa sarà dietro l’angolo.
4 “ADRENALINING” Inedita prova molto impegnativa, salita e discesa per palati fini, ascesa sulla strada che passando da cologna arriverà al lago di tenno per poi piegare verso i campi, poi giù per la pinza con arrivo al primo bastione prima del cemento. Chi non vorrà schiattare troppo, potrà sperare nella pesca finale della pallina sulla quale ci sarà la nuova posizione d’arrivo assegnata ( vedi l’ultima alba sulla ponale del 2015 ).
5 “IL TEMPO DELLE BIGLIE” Altra classica fuori sella, un appuntamento estivo che regala emozioni senza versare una goccia di sudore, occasione importante per lasciare dietro i cinghiali che pestano duro,ma bisogna impegnarsi ed avere uno spiccato senso dell’umorismo quando la propria biglia resta al palo mentre gli altri ti commiserano e proseguono diritto.
6 “LA STAFFETTA DELLE LUCCIOLE” La prima volta che si corse la ponale sotto le stelle fu così, senza costumi o illuminazioni sfarzose, l’agonismo prevaleva ancora prima di lasciare spazio alla pura goliardia, dopo aver toccato l’apice della partecipazione nel 2010, gli anni a seguire registrarono sempre meno presenti al via con costumi e carri, per evitare esclusioni o penalità di ogni tipo si è pensato di onorare ugualmente la notte magica della ponale correndo la tappa con la seguente formula. La staffetta composta da due persone sarà composta dividendo la classifica in due parti a seconda dei partecipanti, quelli più forti di ogni squadra partiranno dal ponte dopo il bar belvedere.
7 “GLI AVVOLTOI SOPRA PADARO” Torna la famigerata “cima Coppi” che ha messo in ginocchio più di un partecipante nel passato, non c’è bisogno di parole per descrivere il percorso, dosare lo sforzo e cercare di distrarsi un po’ èconsigliato per non pensare a quella maledetta volta che avete preso il via. A parte gli scherzi, la tappa pur faticosa riserverà una sorpresa,durante il percorso si troverà uno sbarramento, al quale a seconda del caso bisognerà fermarsi un tot. di tempo, una specie di pit stop imprevisto che complicherà il cammino.
8 “DISORIENTEERING” Una caccia al tesoro inusuale con squadre di 6/8 persone, le teste di serie (6/8 primi in classifica)saranno abbinate agli altri, come ? lo saprete presto….
Alla fine dei giochi ci saranno i 2 nuovi re del TDP 2017, un uomo e una donna, una novità che renderà felici anche le damigelle del tour, bene prezioso di questa folle corsa. Le classifiche di arrivo di ogni prova saranno fatte con distacchi di un solo punto da un concorrente all’altro, i distacchi quindi non saranno più abissali come nelle precedenti edizioni, con conseguente possibilità di rimonta, almeno sulla carta.
Date e orari da definire.
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“SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO INVERNO”
Erano lì, ricurvi su quei fogli da quasi sedici ore, la luce fioca dei neon impolverati risaltava i capillari rotti dei loro occhi che sembravano rimbalzare da destra a sinistra come una macchina da scrivere, non avrebbero mai mollato senza aver terminato la loro missione, anche a costo di crepare, e in effetti sarebbero morti se poche decine di minuti dopo non fosse arrivato il patron a fermarli.
Mister Tarci e mister Otto, così amava chiamare il patron i suoi più stretti collaboratori, erano da anni senza un vero impiego, sebbene dotati di qualità fuori dal normale nel campo della matematica, il loro servizio lo avevano prestato da qualche anno solo esclusivamente per il progetto TDP, certo non furono rapiti come successe nel periodo di guerra per alcuni scienziati, ma diciamo che il patron era riuscito a dissuaderli dal prestare ad altri le loro conoscenze, se si fossero pentiti nessuno è venuto mai a saperlo.
Da circa una decina d’anni al tour i vincitori erano esclusivamente o brocchi del pedale o gente dotata da discreti fondoschiena, i più bravi arrancavano nelle retrovie delle classifiche nonostante prestazioni eccezionali, l’incapacità di prevalere sui brocchi prima li aveva depressi, poi li aveva fatti incazzare e la situazione che si era presentata alla presentazione del nuovo tour si era fatta incandescente, se da una parte i brocchi pluri decorati lanciavano sfottò a quelli che erano i big una volta, dall’altra parte si potevano sentire addirittura anche qualche minaccia, qualcosa andava rivisto prima che la situazione precipitasse.
Noostante gli sforzi a suon di algebra, i contabili del tour non riuscivano più a far quadrare i conti, il meccanismo per far prevalere i brocchi da loro inventato dopo anni di tentativi a vuoto, era diventato irreversibile, cosa fosse successo nessuno lo sa, anche dopo aver reso impossibile la vita ai brocchi nell’ultimo tour, a suon di salite mostruose e cronometro eterne, il risultato non cambiava, una strana metamorfosi aveva trasformato i brocchi in pedalatori instancabili, oltretutto anche la fortuna era dalla loro parte.
Dieci giorni dopo la presentazione del tour, mister Otto ricevette a casa per mezzo posta la testa di un cinghiale in un pacco, un azione degna dei migliori film di mafia, ma il messaggio era chiaro, dovevano sbrigarsi a completare quella formula che il patron gli aveva suggerito, una vera impresa, si sarebbe dovuti andare contro i teoremi di Newton o di Pitagora per avere i risultati aveva chiesto, ma loro sapevano che solo menti contorte come lui potevano farcela, e non si sarebbero mai tirati indietro, sopratutto ora che ne andava anche della loro vita.
Mentre sorseggiava la nona red bull frullata con caffè in polvere, mister Tarci ebbe un ispirazione fulminante, infatti rimase fulminato, cadde al suolo per riprendersi solo un ora dopo con uno strano sapore in bocca, una voce rauca proveniva da in fondo alla stanza ma non la riconobbe, aveva un forte mal di testa, si toccò il cranio e capì il perchè, un grosso bernoccolo gli spuntava all’altezza della nuca, ripiombò nell’oblio più oscuro, wombat gli aveva assestato un altra mazzata tanto per farlo riposare ancora un po’.
Mister Otto quando arrivò alle cinque del mattino per dare il cambio al suo compare rimase di stucco, non solo mancava il Tarci ma anche il suo computer, poi vide una ciocca di capelli neri misti a sangue vicino all’uscita dello scantinato, non c’era dubbio, qualcuno lo aveva rapito, avvertì subito il Patron il quale non sembrava stupito, gli disse di andare subito via di lì e raggiungerlo nel suo garage con la chiavetta usb contenente il backup del giorno prima, forse da lì si sarebbe risaliti a qualche indizio, bisognava sbrigarsi, anche il patron era stato minacciato via whatsapp da un sedicente personaggio col nickname altisonante, un certo ” Coefficente big ” che non aveva mezze misure, se qualcosa non fosse cambiato al prossimo tour, non ci sarebbero state altre albe per lui.
L’ombroso era stato uno dei migliori big del passato, ma da troppo tempo era relegato nelle retrovie della classifica dei recenti tour, la rabbia che covava era al pari di quelli come lui che si ritrovavano a mangiare la polvere dei brocchi, fu soprattutto per questo che si decise ad intervenire con un azione da vero fuorilegge e poco importava se una volta Mister Otto era un suo amico, ora era diventato una preziosa merce di scambio.
Dopo aver intercettato la telefonata del Patron, l’ombroso fece sgommare la sua automobile, prima che mister Otto riuscì ad alzare la saracinesca del garage la mazza da baseball dell’ombroso si abbassò sulla sua testa, una disconnessione forzata, tempo di andare a nanna.
Wombat era il vincitore degli ultimi tre tour e piano piano era diventato il leader dei brocchi, lui che una volta si defilava sempre ed era sempre rispettoso, ora la sua arroganza lo aveva portato a farsi giustizia da se, sapeva che qualcosa stava per cambiare e non poteva permettere che nessuno alterasse quegli equilibri che lo avevano portato in vetta alle classifiche.
Ora le due fazioni erano in possesso entrambe di un matematico e nessuna delle due parti aveva l’intenzione di fare concessioni, una situazione di stallo che non favoriva nessuno visto che mister Otto poco poteva fare senza l’ausilio della sua controfigura: mister Tarci, e viceversa, sebbene fossero ad un passo dalla risoluzione, il loro lavoro era stato bruscamente frenato da due grosse mazze da baseball.
Quelle a cui erano sottoposti i due malcapitati non erano torture fisiche, non era nelle usanze di quella gente, ma quelle psicologiche, forse più devastanti, mister Otto si trovava in una stanza ricoperta di tabelline tipo scolastico con multipli di 2 e di 4 e se voleva ricevere il pasto doveva schiacciare pulsanti come quelli dei quiz, se indovinava mangiava altrimenti nisba, nonostante odiasse a morte quel trattamento alla fine si piegava e un altoparlante risuonava dicendo : “bravo otto !”, gli veniva da piangere.
Dall’altra parte della città, in un altro bunker mister Tarci costretto a vedere a ripetizione continua la pellicola della sua vecchia e unica vittoria, aveva gli occhi consumati e desiderava solo dormire, Wombat non credeva alla teoria che senza mister Otto nessuno poteva completare il progetto, ma dopo un po’ si decise ad alzare il telefono.
Wombat voleva ricattare il patron minacciandolo di non rilasciare il suo contabile se avesse modificato le tabelle, dall’altra parte però non rispondeva nessuno, il patron era scosso da fremiti con dolori lancinanti, il mago e altri due suoi compari gli avevano applicato alle gambe dei crampo stimolatori con elettrodi, ormai gli ex big avevano oltrepassato ogni limite pur di tornare ai vertici.
Tuu, tuu tuuuu.. il patron stava soccombendo, il mago aveva alzato i ritmi di quella macchina infernale fino a fargli perdere i sensi, fu inghiottito in un vortice come un enorme centrifuga, quando riaprì gli occhi ancora quel rumore: tuu, tu tuuu…, aveva la bocca impastata, si toccò le gambe ma non aveva elettrodi o dolori, era sudato fradicio nel suo letto, il rumore che sentiva era il suo telefono.
Era il Tarci, ” Uelà compare, come va? “, il patron credeva di essere ancora dentro quel maledetto incubo ” Come stai, sei ancora tutto intero ? “, il Tarci non capiva.. ” Intero?, sì certo, magari un po’ stanchino ma bene, ah.. a proposito, ti chiamo per comunicarti che finalmente avrei trovato una formuletta per far vicere finalmente i brocchi come noi ! “, ci fu un silenzio lungo qualche secondo, poi la risposta..” Senti amico mio…., che ne dici di una piccola vacanzetta ?, avrei affittato un cottage sull’isola di Trimellone..”, ” ma.., non capisco, avevi una fretta del diavolo per farci finire il progetto, l’Otto si è addirittura preso ferie per..”, il patron non lo lasciò finire: ” Ecco bravo, chiama pure lui !, si va a pescare tre giorni, e niente fogli please..!”
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“RIMANDATI A SETTEMBRE”
Per capire il meccanismo che scatta quando alla partenza di un tour de pance qualsiasi i vari personaggi vadano in confusione, bisogna fare un passo indietro, molto indietro….
” Professore, ma Omero sta’ Troia la conosceva o no ? ” Era già la seconda volta che il piccolo Tribula finiva dietro la lavagna, solo che questa il posto era già al completo, almeno altri quattro alunni erano già stipati, il professore non sapeva più se spiegare la lezione davanti o dietro la lavagna, da qualunque parte si potesse intendere non cambiava una virgola, si strinse le spalle e ricominciò da capo con rassegnazione. Il professore dal nome vagamente spagnolo era un tipo davvero particolare, sebbene seguisse il corso della storia, dopo aver tracciato agli alunni i vari perchè e i per come, ecco che proprio quando loro avevano assimilato i concetti e si erano abituati, lui stravolgeva il tutto con nuove teorie o verità che mettevano in dubbio quelle precedenti. Un metodo criticato da molti, sopratutto dal preside della scuola che non sopportava i cambiamenti in genere, un personaggio abitudinario a tal punto che parcheggiava la sua automobile tutte le mattine alle 7 e 30 nel solito posto, quindi saliva le scale e sapeva esattamente l’arrivo dei suoi colleghi in ogni ogni ordine e posizione, se precedeva qualcuno sulle scale, si faceva sfilare per non cambiare il corso della storia, una brutta gatta da pelare quel professore per lui… Sul fatto che Omero si sia inventato di sana pianta i luoghi dei racconti da lui narrati resta ancora un mistero da chiarire, si dice infatti che Ulisse fosse arrivato nelle indie occidentali anzichè navigare nel mediterraneo, ma daltronde altri dopo di lui credettero di essere in un altro posto, agli alunni importava solo il suono della campanella della ricreazione, quella era una certezza. ” Ma come m…..a fa a rimanere sempre là seduto ” sbafanchiò il piccolo Pantuna appena liberato dalla scomoda posizione dietro la lavagna con la giustificazione del mal di schiena, si riferiva al suo compagno di banco, lo chiamavano il piccolo mago, era uno dei pochi che alle interrogazioni si faceva trovare sempre pronto, qualcuno giurava di averlo visto ipnotizzare il professore, loro no, avrebbero fatto appello al quinto emendamento, le insostituibili ripetizioni a settembre. In fondo se un professore se vuole bocciarti lo fa subito, e poi c’è ancora tempo pensi, male che vada una sbirciatina all’ultimo momento magari una scopiazzata, insomma un minimo garantito per restare nel purgatorio, basta alzare la mano un po’ più spesso per chiedere qualcosa di futile al professore. ” Scusi prof, la magna grecia era una manifestazione di gastronomia ? ” Per sua fortuna non si udì molto bene quello che aveva detto, il quinto krapfen ingollato in 10 minuti di ricreazione era ancora tra le sue fauci, il piccolo di origine polacche la fece furba, attirò l’attenzione del maestro e non si capì niente, l’ideale per la tattica del pressing per evitare la retrocessione. Il professore passò oltre e vide con la coda dell’occhio in ultima fila il giovane che spesso disturbava, lo chiamavano il ciuccia, forse perchè aveva sempre con se dei lecca lecca a forma di copertone, sembrava attento ma il prof si rese conto che uno stecchino del lecca lecca era caduto dalla sua palpebra, dormiva e la bizzarria era che il trucco dello stecchino, con un occhio spalancato e uno che si era chiuso e sembrava facesse l’occhiolino, fu riportato all’ordine. Ormai dietro alla lavagna si era fatto il suo posto privato con veduta sul curvone della strada di sotto alla finestra, a volte passavano gruppetti di ciclisti e quello era il momento clou della giornata, chìssenefrega di Olisse, o come diavolo si chiamava.. A dire il vero anche al professore doveva interessare quel passaggio con quei personaggi che inforcavano le snelle biciclette con il manubrio piegato all’ingiù, spesso con indifferenza si voltava e se c’erano troppi alunni dietro la lavagna li faceva abbassare con la bacchetta, il piccolo Tribula anche in ginocchio sovrastava la vista e il piccolo Benon gli saltava sulle spalle, non esistevano telefonini, il kaos di gruppo era più frequente, bastava poco… Il momento di ritirare le pagelle era il momento più stressante per tutti o quasi, per esempio il piccolo mago era certo del risultato positivo e si permetteva il lusso di ritirarla per ultimo e godersi lo spettacolo dei poveri dannati che guardavano con occhi spauriti quelle odiate pergamene, alcuni esultavano come quegli attaccanti che non segnano da tre stagioni, gli altri con lo sguardo da pesce lesso si sarebbero rivisti a settembre con qualche rottura in più, prepararsi a rispondere a domande del tipo ” che colore era il cavallo bianco di Garibaldi?”. Nel tempo che passava da lì a settembre quasi tutti si ritrovavano a giocare in strada coi vari giochi, un giorno, proprio ai giardini tutti si voltarono per vedere il solito gruppo di singolari ciclisti sfrecciare, quasi tutti lo riconobbero, era il loro professore anche lui su una di quelle splendide biciclette, non come quelle di campagna che avevano quasi tutti, queste sembravano svolazzare, anche loro avrebbero voluto un giorno possederle. Alla fine tutti quanti a settembre passarono l’esame, anche il ciuccia che le aveva combinate grosse non credeva ai suoi occhi, e il preside si era abituato anche lui all’idea, forse era meglio così, prima passavano prima sarebbero uscita da quella scuola, doveva sopportarli ancora per un po. Ma quella fu l’ultima stagione che il professore insegnò, aveva trovato un altro impiego con orari migliori, i suoi ex alunni non lo perdettero mai di vista, quindici minuti prima della ricreazione di metà mattina facevano a gara per finire dietro la lavagna, il nuovo professore non aveva ancora capito il perchè, in quei minuti passavano tutti i giorni quello stupefacente gruppo di ciclisti, quando il loro ex prof li vedeva li salutava alzando la mano e loro ricambiavano stando attenti a non farsi beccare dal nuovo maestro, con lui forse a settembre non ci sarebbero arrivati….
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” 2016 L’anno del signor Rossi “
Nato nell’anno 2000 il Tour de pance si e’ subito rivelato un ottima terapia sia per il corpo che, sopratutto per le menti piuttosto instabili che ne caratterizzavano i personaggi che si avvicinavano, a distanza di molto tempo la terapia piu’ in voga rimane quella di orientare i disorientati…….
Il 2016 sarà un anno rivoluzionario per il Tour de pance, come analogia potrebbe assomigliare a quello di dieci anni or sono ,che segnò il passo per un cambiamento radicale, con formule e stratagemmi fatte in modo perchè non vinsero sempre i più veloci, qualche volta funzionò, ma come tutti hanno potuto assodare la dea bendata essendo cieca spesso baciava i più forti.. Con l’anno 2016 finirà l’era della “soccia’l card”, non servirà più, i meno forti avranno praticamente la stessa probabilità di vincere dei più dotati sui pedali, come ?, andiamo a vedere cosa bolle in pentola…
Conosci te stesso ma conosci anche i tuoi polli…, avevamo lanciato un segnale qualche tempo fa, difficilmente però qualcuno si è reso conto dello sconquasso che il TDP stesse preparando, una scommessa per ora, ma ci sono le carte in regola per sperare in un divertimento e gloria davvero per tutti, a patto però di impegnarsi, a cominciare da adesso, perderete pochi minuti per capire la formula e le tabelle sotto elencate, avete qualche mese per capire, altrimenti ci sarà la consueta ripetizione per i somari alla cena iniziale…
Le tappe saranno otto, ma per spiegarvi come si farà a vincerle, prenderemo ora in esempio solo una di esse, la classica di Tenno, una prova dove la conoscenza dei propri mezzi è la migliore, se uno di noi la affronta in gennaio farà sicuramente registrare un tempo superiore ( sempre ammesso che ci vada) a quello magari di giugno, in tutti i casi nel periodo precedente alla tappa sicuramentela persona in questione avrà un quadro sempre più preciso sul tempo che potrà ambire. Più difficile invece sarà intuire la posizione d’arrivo scrutandone i partecipanti al via, ma quante volte inconsciamente l’avete fatto, magari per marcare il proprio diretto rivale in classifica…, ebbene ora diventerà una necessità.
Eccovi qualche singolare esempio (da prendere però con le dovute cautele) tra personaggi di varie estrazioni sui pedali…: Il signor Mago G considerando l’età che avanza ma anche la sua caparbietà sul prepararsi, il giorno della tappa di Tenno potrebbe quest’anno magari ambire ad un tempo intorno ai 29-30 minuti, arrivando a seconda dei partecipanti verosibilmente al quinto posto. Un Capitan uncino in forma potrebbe sbilanciarsi per un 35 minuti con onorevole diciassettesimo posto, mentre Mary D senza doversi affannare si assesterebbe intorno magari al trentacinquesimo posto con un tempo di poco superiore ai 50 minuti, fin qui niente di strano, la cosa più importante sarà però per tutti prevedere e dichiarare alla partenza sia il proprio tempo d’arrivo che la propria posizione d’arrivo, capirete in numeri attraverso le tabelle qui sotto quanto sarà importante conoscersi e azzardare. Ad ogni tappa, fuorchè quelle che non prevedono la formula in questione, la persona che prenderà poi i tempi all’arrivo, sorteggera’ l’ordine delle dichiarazioni, che dovranno essere rese pubbliche, e compilerà la scheda, quelli che avranno già dichiarato osserveranno quindi una perquisizione corporale meticolosa (se ne occuperà Dolly . per chi ancor non la conosce, era una wrestler e lavorava come buttafuori in centri benessere di Manila ) in modo che nessuno faccia il furbo come successe nel 2007 saranno confiscati dispositivi e congegni per misurare il tempo ( il messaggio è quello di arrivare già senza telefoni o timer ). La partenza sarà data a sorpresa e il resto sarà come una tappa normale, se qualcuno non sarà all’altezza degli anni scorsi per qualsiasi motivo, niente paura, basterà che capisca bene la propria condizione attuale ( basterà che provi la tappa una o due volte prima,sarà sempre meglio che non patecipare… ) La formula di quest’anno sconvolge così ogni altro precedente parametro, in teoria la forza di alcuni, la relativa lentezza di altri sarà ripagata con la stessa moneta, ma solo con la giusta conoscenza di se stessi e anche dei compagni di banco. Tanto per tranquillizzarvi, sempre tornando alla tappa di Tenno, se il sign. Mago G (non ce ne voglia, ma è un esempio facile per restare nelle previsioni ) quel giorno non ha voglia di sudare e pensa di fare il furbo, di magari dichiarare un ultimo posto con un tempo di un ora, beh.. a parte la figuraccia, gli risulterebbe assai difficile vincere, indovinare un tempo di cui non si è abituati è un impresa ardua per tutti, inoltre gli altri sentendo quella dichiarazione dell’ultima posizione d’arrivo lo marcherebbero stretto, anche in surplace se ce ne fosse bisogno, insomma ci sarà spazio per varie interpretazioni ma noi crediamo che alla fine se ne vedranno sempre delle belle. Le due tabelle con i punti relativi andranno sommate, solo allora si saprà il vincitore o i vincitori di tappa con la relativa classifica. Se abbiamo intuito giusto, questa volta la classifica generale sarà notevolmente più corta e ci saranno spazio per le rimonte, la regolarità ma anche la fortuna nelle tappe previste sarà così l’arma in più anche per i più deboli, tramonterà così l’era delle soccia’l e delle penalizzazioni….forse.
” l’anno del signor Rossi “
- “PANCIA A TERRA PER DUE” Il kilometro lanciato di Oltra ma in squadre da due, i tempi andranno sommati e saranno il riferimento d’arrivo. sorteggio alla partenza delle squadre, saranno naturalmente valide le procedure iniziali, ed infine le formule ( quella sulla differenza dei tempi sara’ accorciata vista la brevita’ ) per avere vittoria di tappa e relativa classifica generale. Molto difficile da interpretare.
- “LA CLASSICA DI TENNO” Forse la più facile, i circa dieci km più famosi e percorsi dal TDP potrebbero infiammare la corsa, sarà una sfida nella sfida, e stavolta, con le nuove formule risulterà aperta a tutti i pronostici. Se tutti si impegneranno come sempre, ne verrà un bel duello.
- ” L’ALBA DEGLI AVVOLTOI “ Inedita prova al sorger del sole ( ore 5 e 30 ) sulla strada famosa al TDP , quella conosciuta come ” Gli avvoltoi di Padaro”, ma in questo caso bastera’ arrivare al paese omonimo. Dura ma breve, un altro banco di prova da studiare, scenario superbo del lago ancora addormentato sull’ultimo tornante.
- ” IL TEMPO DELLE BIGLIE ” Torna il tappone virtuale per eccellenza, ancora piu’ veloce, pista piu’ grande ma subito semifinali di 2 o 3 grupponi a seconda dei partecipanti poi la finalona. Naturalmente qui non saranno applicate le formule per le altre tappe, ordine d’arrivo ed eventuali bonus della pista. Come sempre divertimento assicurato, mano ferma e anulare sensibile per stare davanti.
- ” LA SCALATA DEL SIGNOR ROSSI” Si torna a salire ma non troppo, partenza tutti assieme da Arco stranfor e arrivo inedito al passo di Laghel (prima di scendere a Ceniga), da fare tutta d’un fiato con continui cambi di pendenza. Tornano valide le formule delle dichiarazioni, fondamentale provarla, possibili arrivi in gruppetti, quindi marcature strette ma occhio ai depistaggi.
- ” LE LUCCIOLE DELLA PONALE ” Intoccabile, la tappa regina dell’estate questa volta premierà di più chi saprà interpretarla bene, ovvero con il folklore necessario per stordire gli spettatori, più luci e libera fantasia saranno premiati ancor di più, gruppi però composti sino ad un massimo di 4 persone per non appiattire tutto. Naturalmente per questa tappa varrà la formula del solito “rischiatutto al rovescio” con la pesca della pallina all’arrivo.
- ” RITORNO A TROIANA ” Tappa bella e calorosa, da affrontare al tramonto la cima “Coppi” di quest’anno è più accessibile ma non per questo facile, sopratutto per le formule, i tempi saranno più dilatati e più difficili da prevedere, possibile festa finale nel bel anfiteatro di Troiana tra amici.
- ” IL VERDETTO DEL BRIONE “ Toccherà stavolta a sua maestà monte brione a fare l’arbitro per la vittoria finale ( successe già nella prima edizione del 2000 ), si presume che a questo punto della stagione quasi tutti i partecipanti si siano studiati al punto di prevedere meglio l’esito della tappa, se ancora nessuno avrà preso troppo il largo in classifica generale ci sarà modo di assistere ad un bel finale. Quale sarà il signor Rossi del 2016 ?
TABELLA DELLE DIFFERENZE SUI TEMPI DICHIARATI DI ARRIVO
- PIU’ O MENO DI 10 SECONDI 300 PUNTI
- 20 SECONDI 280
- 30 SECONDI 250
- 40 SECONDI 230
- 50 SECONDI 220
- 60 SECONDI 210
- 70 SECONDI 200
- 80 SECONDI 190
- 90 SECONDI 180
- 100 SECONDI 170
- 110 SECONDI 160
- 120 SECONDI 150
- 130 SECONDI 140
- 140 SECONDI 130
- 150 SECONDI 120
- 160 SECONDI 110
- 170 SECONDI 100
- 180 SECONDI 95
- 190 SECONDI 90
- 200 SECONDI 85
- E COSI’ VIA SCALANDO DI 5 PUNTI
TABELLA DELLE DIFFERENZE SULLA DICHIARAZIONE DI POSIZIONE D’ARRIVO
- POSIZIONE INDOVINATA 100 PUNTI
- SBAGLIO DI UNA POSIZIONE 90 PUNTI
- SBAGLIO DI 2 POSIZIONI 80 PUNTI
- SBAGLIO DI 3 70 PUNTI
- SBAGLIO DI 4 60 PUNTI
- SBAGLIO DI 5 50
- SBAGLIO DI 6 40
- SBAGLIO DI 7 30
- SBAGLIO DI 8 20
- SBAGLIO DI 9 10
- SE SBAGLIATE DI PIU’, SI VEDE CHE NON CONOSCETE BENE I VOSTRI POLLI…..
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“COYOTI SI NASCE”
” COYOTI SI NASCE “
“Azz… maledetto struzzo!” era più di un ora che smanettavo con la consolle di quel video gioco, avevo provato centinaia di combinazioni, ma finivo sempre nel baratro, almeno mi rilassavo e forse sarei riuscito a dormire, dormire vuol dire anche sognare e questo mi inquietava un po’, i miei sogni erano sempre quelli, o la miseria del peggior clochard, o il volo del coyote, senza ali. Era passato quasi un anno da quella volta, ogni tanto aprivo l’armadio e rivedevo quel vestito che usavo nelle ultime contrattazioni, se facevi il broker dovevi avere una serie di cose, dispositivi di ogni tipo ma sopratutto abiti consoni al luogo, anche se a volte si vedevano personaggi con infradito, ma quelli erano gli intoccabili… Telefonai ad un vecchio amico, anche lui ridotto ad accettare impieghi saltuari tipo progettoni ambientali, il capitano, così veniva chiamato nei tempi d’oro, ora viveva in una casa mai terminata, da quel maledetto crack in borsa anche lui doveva centellinare il denaro, viveva al terzo piano, l’unico agibile, di sotto mancavano finestre e i pavimenti non erano finiti ma andava benissimo per quei derelitti che ospitava, una azione buona la sua, nonostante cheproprio loro quattro fossero stati i principali artefici del suo tracollo, ma la pietà supera ogni incomprensione. ” Cosa vuoi, non ho soldi ora..senti il Verdurer! ” ma gli dissi che non avevo chiamato per quel motivo, forse era l’unica volta, in questo caso c’era in ballo qualcosa di più. ” Senti, vengo da in un ora “ ci fu un mugulio, poi ” Si..va bene, ma porta da mangiare che quelli di sotto protestano “ Quando arrivai sotto casa sua era verso l’imbrunire, dopo aver attraversato un androne pieno di foglie portate dal vento, salì lentamente delle scale prive di ringhiera, v’erano resti di cibaria e mozziconi di sigarette e un brutto odore…. Sentì qualcosa che mi afferrava i pantaloni, pensai di essermi impigliato nei numerosi tondini di ferro che sporgevano qua e là pericolosamente, ma mi resi conto subito della situazione quando il Sacks e il Cannibal mi immobilizzarono a terra, la luce fioca che penetrava non gli aveva permesso di riconoscermi. ” Giù le mani sciagurati! sono io Enriquez, guardate quà cosa vi ha portato lo zio oggi..” Pantuna e Grisù si lanciarono sul pollo allo spiedo incartocciato, mentre Cannibal si riempì la bocca col cartoccio di patate fritte, Sacks ormai indebolito dagli stenti arrivò tardi, e si accontentò delle bustine di ketchup, li guardai, erano quasi irriconoscibili, vestiti ancora con quell’abito da broker ormai a brandelli, non provava più rancore verso di loro. Il capitano mi aprì la porta e svogliatamente mi indicò una sedia, ” E allora ? cosa sei venuto a dirmi..” Capivo che per riavere la sua fiducia avrei dovuto proporgli qualcosa di meglio del solito furto in villa dei nobili della zona, lui era un passionale come me, dovevo far leva sulla sua voglia di vendetta. ” Ti ricordi di questo? “ me lo strappò dalle mani, era il suo notebook, quello che usava per le sue contrattazioni, era diventata una sua appendice, sino a quel maledetto giorno, quando lo scagliò violentemente verso i monitor della sala, non arrivò mai a destinazione, qualcuno lo raccolse prima che toccò il suolo, lì dentro v’erano informazioni che poi avrebbero fatto la fortuna di qualcun altro… Era lì beato vestito ancora in doppio petto coi piedi su una scrivania presidenziale adornata da uno struzzo in oro bianco, che apparteneva al suo vecchio collega Taeng mo anche lui fallito, ora viveva d’espedienti nel nord della thailandia. Il mago amava guardarsi almeno due volte al giorno una vecchia pellicola, si chiamava : “Una poltrona per due”, si sbellicava dalle risate ogni volta per la scena finale, gli ricordava tremendamente il suo blitz in borsa, lui da quella volta diventò ricco sfondato, altri suoi colleghi sprofondarono in vite grame di stenti. ” Ha ha ha stupidi idioti ! ” Sguaitò all’indirizzo di quei poveri due malcapitati che avevano provato ad introdursi all’interno del recinto del parco, due rottweiler piuttosto feroci li mordevano i polpacci mentre cercavano di fuggire, uno di questi, un certo Panzstrong lancio dall’alto del recinto una decina di braciole finte in cartongesso, ma i cani erano abituati a morbidi filetti di natica…. La fortezza, come la chiamava lui, sembrava inespugnabile, in effetti tra le centinaia di telecamere poste in ogni angolo e belve in cattività messe nel parco, l’idea di entrarci dentro senza bombe a mano o un esercito sembrava un suicidio. Dopo aver bevuto un po’ di vino rivelai la mia idea al capitano, ma prima gli dissi di ridarmi il notebook, dal piano di sotto intanto provenivano altre richieste di cibo, il capitano si scusò e andò da loro, sentì dei colpi, quando tornò da me odorava di polvere da sparo e si strinse le spalle. Si sedette sulla poltrona davanti a me ma non posò l’arma, mi schiarì la voce ” Ehm…potresti anche mettere giù quel giocattolino, siamo tra amici…”, si stappò una birra col calcio della pistola ” No, sai sono un po’..come dire..paranoico in questi ultimi tempi, forza vuta il sacco! “ Riusciì in qualche modo a spiegargli il mio piano, non abbassò il revolver sino a che gli feci vedere il contenuto di quel notebook, da quel momento cambiò anche il suo atteggiamento, ” Dove l’hai trovato? “, gli dissi che se Maometto non andava alla montagna, la montagna sarebbe andata da lui, in pratica quando il capitano lanciò per la rabbia il suo dispositivo dopo la disfatta di quella contrattazione, il Sacks lo aveva afferrato, nella ressa nessuno si accorse dello scambio di informazioni tra di lui e il mago, quest’ultimo grazie ad alcuni dati importanti sul mercato della vendita degli struzzi, fece il classico colpo gobbo, le promesse di grasse provigioni fatte al Sacks e ai suoi colleghi non furono mai mantenute e finirono nella miseria più nera. Solo che quei dati preannunciavano vendite colossale nei mercati mondiali con una scadenza annuale, in pratica andavano confermati da lì a una settimana, tutto andare come previsto, bastava solo reinserire codici che solo 2 dispositivi avevano, uno di questi era quello che avevo nelle mani in quel momento. ” E’ impossibile che tu sia entrato nella fortezza, come hai fatto a riprenderlo ? “, mi fissò incredulo con l’aria di quello che si aspetta un altra malefatta, in effetti dentro di me non ero più tanto sicuro della riuscita ma non potevo certo farglielo sospettare, mi avrebbe sparato senza pensarci su neanche un momento. ” Vedi…quello che hai freddato poco fa sulle scale si era pentito dopo quello che aveva fatto, un giorno in cambio di una bella bistecca che gli avevo portato ha accettato di fare una missione suicida in casa del mago..” ” Non posso crederci, come ha fatto ad entrare là dentro ? “ ” Semplice, sai che il Verdurer ogni venerdì mattina all’alba gli porta i frutti della passione provenienti esclusimavente per lui dalla Colombia ?, Bene, una notte il Sacks con l’aiuto di Cannibal si è nascosto all’interno del furgone, sotto i frutti, ed è riuscito una volta all’interno del magazzino ad introdursi in casa del mago mentre dormiva e gli ha sottratto il notebook, è poi scappato col camion dell’immondizia mimetizzandosi senza problemi, il mago se n’è accorto il giorno dopo quando si lamentò col Verdurer perchè del’ultimo carico c’erano solo bucce, si era mangiato tutti i frutti della passione lungo il viaggio ! “ ” Geniale, ma adesso cosa vuoi fare ? “ Cominciai a comporre il numero di telefono, il capitano mi fissava stralunato e cominciò a ricaricare l’arma.. ” Pronto, amico mio, quanto tempo ! “ Il mago era già tutto pronto per presentarsi all’annuale riunione della Bip-Bip corporation, dove si decideva il bilancio per l’anno a venire, un momento molto importante al quale lui doveva portare certezze concrete. “ Ma…questo è il mio numero..chi è ? “ trattenei una risata, ” Sono Enriquez, come ti va la vitaccia ? “ ” Maledetto ! allora sei stato tu a rubarmi il notebook ! “ ” Non proprio amico mio, diciamo che è stato un uccello tropicale a cui piace molto la frutta..ha ha ha “, ci fu un momento di silenzio seguito da un rumore di vetri rotti, aveva lanciato la boccetta di profumo contro un quadro raffigurante un vecchio podio in cui vinse una gara chiamata Tour de pance. ” Stupido idiota, credi di fare il furbo con me, lo sai che in poco tempo posso lanciarti addosso il mio esercito ? “ Il suo esercito era composto da vecchie glorie del tour assoldati, per meglio dire obbligati a prestare servizi sporchi per lui, tra le sue file figurava anche un certo Walter l’ombroso, killer spietato dallo scatto bruciante. ” Se vuoi riavere il gingillo dovrai darmi qualcosina in cambio, altrimenti lo sai…gli affari andranno molto male,…sai quella pellicola che ami tanto come va a finire vero ? “ Interruppe la comunicazione, ma sapevo che avremmo avuto presto un altro contatto, il capitano ora era decisamente più attento e forse in quel momento gli passò per la mente un leggero pentimento per aver freddato la ciurma di sotto. La storia non finì prorpio come in quel film, non ci furono i buoni che beffarono i cattivi, diciamo che finirono tutti in galera a far compagnia ai vari Ciucciarode, Tribula ecc.. con l’accusa di truffa aggravata all’economia, i dati inseriti per approvare il bilancio sul mercato degli struzzi nel notebook erano stati manomessi, o forse erano semplicemente i numeri che il Sacks si era giocato al lotto con gli ultimi spiccioli rimasti…. “ Mi hanno lasciato la libertà di avere questo maledetto videogioco in cella, sono stufo di fare il coyote, allora solo prima di dormire lo tiro fuori, quando il secondino è passato a controllare se tutti dormono, il capitano è già nel mondo dei sogni, allora alzo il materasso è venuto il momento dell’adorazione,…è stupendo ! Oro bianco massiccio, lo struzzo di Taeng mo che avevo barattato col notebook del mago era mio, dovevo solo aspettare di scontare la mia pena……
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“IL RISCHIO E’ IL MIO MESTIERE”
Come nei migliori film gialli, l’assassino si scopre solo nel finale, spesso si viene traviati da falsi indizi per poi doversi ricredere, oppure alle volte si pensa che sia troppo facile e si abbandona la pista più semplice, il finale del TDP non sarà da meno e cercherà di tenere col fiato sospeso più di un pretendente per la vittoria finale. La caccia al tesoro a squadre prevista per il 26 settembre sarà caratterizzata dal normale ordine d’arrivo con relativi punti in palio, ma soprattutto col botto finale, tutte le squadre formate da 3 persone dovranno arrivare al traguardo con una scatola che troveranno sul loro tragitto, solo in una di queste vi sarà l’agoniato struzzo bip- bip che farà lievitare di ulteriori 300 punti a testa il bottino di ogni componente della squadra, molto probabilmente potrà essere la chiave per vincere questo tour de pance. Ma attenzione, non è finita qui ! All’arrivo, quando tutti saranno arrivati con le loro scatolette naturalmente sigillate, un personaggio chiamato : “L’imboni-tour” darà il via ad una vera e propria asta per le scatole chiuse, in pratica ogni squadra potrà vendere o comprare ( per mettere d’accordo la squadra ci vuole la maggioranza, cioè 2 componenti contro uno ) da un altra squadra la scatola, pagando in termini di punti ( mercato libero, ma non si potrà superare la quota di punti dell’arrivo) , il tutto senza sapere se l’acquisto o la vendita saranno vincenti, ma renderà incandescente il finale, ci saranno 10 minuti di mercato dopodiché si scopriranno le carte, si apriranno le scatole e allora si vedrà se il furbo willy avrà la meglio del morigerato bip bip…
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LA CAPANNA DEL TDP
Il “Miraggi dei grassi” con abbuffata finale dal mitico Charly, andò in scena la prima volta nel 2005, un tour de pance che relegava i fuori categoria come Cannibal ( vincitore di tappa quella volta ) in una classifica a parte, il ciclone Kontrowicz infatti piazzandosi secondo strappò di dosso al Bicio el trattor la maglia gialla, quest’ultimo si arrese prima del famigerato muro di s. martino, era molto caldo, si registrarono i 40 gradi in quel giorno alle 3 del pomeriggio e molti schiattarono miseramente. Se guardiamo le pure statistiche, chi vinse la tappa a malga grassi poi vinse il tour, tranne uno, quello che ora molti additano come il predestinato re dei prossimi TDP, per ora il nostro caro Ciucciarodelle resta il willy coyote del momento, ma si sa, prima o poi la ruota girerà. Ma a parte questi squisiti aneddoti, la tappa di malga grassi resta una delle più belle e difficili prove da interpretare, un percorso con diverse facce, lo spauracchio di s.martino a volte trae in inganno, ma di sicuro è l’osso più duro con la pendenza che se hai osato troppo prima ti lascia a piedi, insomma una signora “cima Coppi” del TDP. Insomma, dopo il 2005,ci furono ancora ben quattro volte alla malga grassi, di chi sarà la sesta?….:-) Ci sarà di sicura una partenza anticipata alle ore 18, sia per la fascia “pro-tetta” che per chiunque voglia prendersela comoda , ovviamente si prenderanno i tempi, un ora dopo gli altri, poi a seguire la cena insostituibile con le leccornie del Charly e la sua polenta, aiutateci sin d’ora a prenotarvi qui sul sito per facilitarci , non mancate, sarà una delle poche occasioni per stare assieme in un ambiente perfetto per il nostro tour de pance, struzzi e coyoti assieme prima dello scontro finale….
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“IL CASTELLO DI LAS SFIGAS”
” Te li ridarò presto, credimi ! ” ma il Ruga stretto nel suo doppio petto firmato Valentino sapeva che non avrebbe più visto neanche un centesimo, si avvicinò alla cassa e comprò ancora una centinaia di scintillanti fiches, poca cosa per lui abituato a ben altri lussi, oro colato per Enriquez che però li avrebbe dilapidate in breve tempo vista l’alone di sfiga che lo accompagnava da tempo sui tavoli dei casinò. “Maledizione noo !” ancora una volta i dadi gli diedero picche, come un nobile decaduto cercava di nascondere poi il disappunto quando finì il cospicuo tesoretto, fece un sorriso a denti stretti cercando con gli occhi la figura del Ruga, ma invano, quest’ultimo si era già dileguato in compagnia di una splendida signora che lo attorniava da tempo, potenza dei dadi, per Enriquez abituato una volta a fare bagni in piscine di lusso durante i party che contano, finire nella vasca dei pesci spazzini del casinò era una cosa terribile, si scuoteva come un anguilla , ma i buttafuori lo avvinghiavano senza pietà, li riconobbe, erano 2 vecchie conoscenze del tour passati a una vita più sicura, il mago e Panzstrong non avevano rispetto per quello che prima li aveva resi celebri. Enriquez giurò vendetta, prima o poi li avrebbe ritrovati sulla strada, sapeva dove e quando si allenavano, ma non aveva fretta, non poteva averne, squattrinato com’era, figuriamoci se poteva permettersi il lusso di noleggiare un auto. Ruga diventato uno dei più potenti magnati di Las sfigas, è sempre stato riconoscente al suo vecchio patron del tour, grazie ai suoi giochetti come il “rischiatutto” e poi con quello dei dadi, aveva seminato in lui l’idea grandiosa di costruire una specie di cattedrale nel deserto, prorpio come las vegas decine di anni prima nel Nevada, un posto di perdizione dove pochi riuscivano a salvarsi, questo posto posto Ruga lo creò nel mezzo delle Marocche, signorotti del lomaso e di Campiglio erano di casa ormai, lasciavano ogni settimana decine di migliaia di euroni e con essi anche debiti, con uno di questi malcapitati Ruga si fece un castello. Una sera invitò a cena Enriquez e l’ex magnate di “Willye for one day” ridotto alla miseria,ovvero il Cecido per una riconciliazione, il Ruga nonostante il successo non dimenticava le vecchie amicizie, e quella sera nel suo nuovo castello aveva fatto preparare un banchetto luculliano a base di carne di struzzo. L’entrata dello sfarzoso castello era disseminata di dadi tagliati dall’onice ricercato, palline numerate in madrepirla, il prato che attorniava l’abitazione raffigurava un enorme tavolo da gioco. Ruga accolse i suoi ospiti in un salone alquanto singolare, ai lati v’erano centinaia di cactus agave messicane, mobili in roccia rossa si stringevano come canyon in miniatura formando un corridoi immaginario che conduceva al tavolone imbandito di leccornie, Ruga sorrise al loro arrivo in una vestalia di raso con il numero 69 cucito in oro bianco, “Prego amici, sedetevi pure”, Enriquez e il Cecido non credettero ai loro occhi, i camerieri che salutavano con un inchino non erano altri che Panzstrong, il Mago ed altri ancora del tour che Ruga aveva raccolto per strada, Enriquez arraffò subito un calice di champagne dal vassoio del Mago salendogli sui piedi, l’altro non fece una piega. Cecido si scusò a fatica per il brutto scherzo tirato ad Enriquez sulla carrucola del parco, ma probabilmente l’avrebbe rifatto una seconda volta, Enriquez accettò le scuse ricordandogli ancora una volta della famosa tappa sul pavè, Cecido nascose la rabbia dando un buffetto, Ruga come un perfetto padrino porse loro il brindisi della pace e ben presto i tre si tuffarono a capofitto sullo splendido arrosto di struzzo preparato dalla chef Patria, specializzata in arrosti su siepe. Ora grazie alla magnanimità del Ruga, anche loro due facevano parte dello staff nel castello, Enriquez curava la piscina, il secondo sistemava il pavè d’entrata, un ciotolato pregiato fatto arrivare apposta dalla foresta di asemberg. Il conte Ruga aveva creato così il suo abitat naturale, nonostante avesse avuto dodici pargoli, gli mancava da sempre quella compagnia, e anche se spesso si litigava come bambini per cose futili, se mancava qualcuno si sentiva, dopo che anche l’ultimo dei disperati del tour arrivò da lui, la caccia al tesoro più bella per il Ruga ebbe fine, il cerchio era chiuso.
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