” IL PATTO COL DIAVOLO “

In prigione non sempre puoi scerglierti i compagni, specialmente quelli di cella, solo il tempo può essere arbitro se quella che hai avuto sarà stata o no una buona compagnia.      Il dott. Premuri, chirurgo estetico di una rinomata clinica di provincia, questa volta l’aveva combinata davvero grossa, ora nessuna condizionale poteva salvarlo dalla gattabuia, avrebbe scontato una pena di 8 anni.    Un mese prima, in una delle sue giornate di lavoro, durante un intervento di routine per una liposuzione di una delle sue innumerevoli pazienti alquanto formose, si era assentato sicuro del buon operato dei suoi colleghi ( peraltro abituati a sostituirlo previa una robusta mancia), si diresse già in tenuta da biker verso il suo campo di allenamento, una collina sovrastante la clinica.     Il suo cellulare gli avrebbe consentito la reperibilità nel caso di un improbabile emergenza, in meno di 10 minuti sarebbe piombato a valle, sempre se il telefono non lo avrebbe tradito, o ancor peggio se una fatidica distrazione l’avesse portato a non caricare la batteria come infatti successe.     Quella mattina il dottore si sentiva più in forma del solito, e osò salire ancor più in alto, alternando qualche ripetuta per scaldare la gamba, ignaro di quello che lo stesse aspettando prolungò la sua gita per un altra mezz’ora, fu l’uscita più cara della sua vita.       Le forze dell’ordine lo aspettavano all’entrata della clinica, inutilmente i suoi colleghi avevano cercato di contattarlo, la liposuzione in atto per causa di una strana composizione del ph della paziente si era trasformata in una tragedia, velocemente la donna si era trasformata in una sorta di iguana, non morì ma fu trasportata presto allo zoo safari, il dottor Premuri già recidivo in passato ( vedi capitolo del 2009 ), crollò in ginocchio.      Il suo nome era diventato famoso grazie ai fatti recenti accaduti intorno allo stadio olimpico della capitale, lo chiamavano “Jonny a’ carogna”, il sedicente ultras napoletano era stato trasferito per ragioni di sicurezza in una carcere del nord italia e finì proprio in compagnia del dottore.    I due dopo qualche giorno di studio cominciarano a parlarsi e ben presto ebbero qualcosa in comune di cui parlare, erano entrambi appassionati di ciclismo, Jonny  seguiva da tempo le vicende del tour de pance quindi il dottore si sentiva rinfrancato, gli balenò addirittura un idea satanica in mente destinata a cambiare il corso degli avvenimenti.    Jonny conosceva le disavventure del dottore nelle tappe svolte all’alba, spesso scoppiava in risate irrispettose e anche il dottore non poteva dargli torto, era stato proprio maldestro, solo nel 2009 gli riuscì l’impresa, negli anni dopo la moglie ebbe il modo di rifarsi alle sue spalle, e quest’anno che era separato aveva tutte le carte in regola per vincere di nuovo ma si trovava nei guai.    Jonny gli confessò che in passato aveva desiderato essere un campione di ciclismo ma i risultati gli dettero picche, allora trovò sfogo ai bordi dei campi di calcio, primeggiando da leader, ma i suoi gesti atletici non si potevano narrare nelle enciclopedie dello sport.       Il dottor Premuri lo aveva quasi in pugno, faceva gioco sulla sua sensibilità, Jonny non era il mostro che i giornali descrivevano e poi si era accorto del suo interesse crescente al tour.     Il dottore aveva chiesto un permesso speciale per poter partecipare alla tappa dell’alba, ma inizialmente gli era stato negato, non per questioni di etica ( al tour partecipavano fior fior di criminali ), ma perché non aveva ancor maturato punti di buona condotta, poco male, con una delle sue gabole si ruffianò presto la mamma del direttore del carcere con una promessa di lifting sottobanco.    Quando ebbe il benestare dal direttore cominciò a tessere la sua rete, gli bastò passare una serata offrendo a Jonny una cassa di weizen, e tra una risata e l’altra gli strappò la agoniata promessa, un giro di telefonate con i suoi loschi amici della curva nord e il piano prese corpo.    Mancavano due settimane alla tappa, lui si allenava pedalando sdraiato piedi contro piedi con un Jonny sempre più paonazzo ma allo stesso tempo fiero di poter contribuire al probabile trionfo di uno dei suoi beniamini.    Finalmente il giorno arrivò, il dottore arrivò scortato con un cellulare blindato, scese con la tipica divisa da carcerato, che mai come in questo momento calzava a pennello, molti dei  suoi colleghi storsero il naso nel vederlo alla partenza, lui li salutò come sempre cordialmente.    Come aveva promesso Jonny lungo il tracciato si trovavano centinaia dei suoi camuffati da bravi ragazzi, ma se qualcuno avesse guardato bene avrebbe scorto un sacco di giocattolini poco promettenti, specialmente al tornante Deva, dove alcuni di loro erano assiepati sopra con mazze da baseball dietro i cespugli.   All’arrivo, in prima fila, la mamma del direttore che aveva guadagnato si e no trent’anni col ritocco astuto del dottore, aspettava mettendosi in mostra quasi fosse una star di holliwood, mentre il direttore anche lui presente, si domandava se per caso avesse sbagliato qualcosa.     Alla radio fioccavano accorati appelli agli spettatori di non toccare gli atleti, incoraggiarli sì ma non avvicinarsi troppo, intanto gli avvoltoi si addensavano sempre più sugli ignari ciclisti.   Pronti via ! il gruppo si era già spezzato in quattro tronconi già sulla prima rampa, naturalmente il dottore faceva parte del primo drappello, di questi personaggi pochi ricordarono cosa fosse successo in seguito.    Non badarono certo per il sottile gli ultras chiamati da Jonny nel fermare gli altri concorrenti, bastoni tra le ruote, uncini da macelleria e persino fioccine da pesca, decimarono i ciclisti, uno degli ultimi a cedere chiese ingenuamente dell’acqua ad uno di loro, fu scaraventato prontamente nel torrente sottostante, e spianò la strada alla fuga solitaria del dottore verso la vittoria.     Dopo cinque lunghissimi anni potè di nuovo alzare le braccia all’arrivo, dietro di lui un sinistro vuoto che significava semplicemente che nessuno sarebbe potuto arrivare, sirene d’ambulanza gracchiavano all’unisono con le trombe da stadio in tutta la valle.   Quando il dottore si apprestò a salire sul podio trionfale, si udì come uno scoppio di pneumatico, non se curò e si sbagliò di brutto, infatti quando stava per sollevare la coppa, i suoi occhi si posarono sui resti della mamma del direttore,  la sua esplosione era stata grottescamente confusa con quella dei palloncini a lato dell’arrivo, scherzi del lifting esagerato, ma almeno la signora si era goduta un giorno da star.     Il dottore non riuscì però a sollevare la coppa, le manette si strinsero ai polsi, fu portato via prima che il direttore in preda alla follia omicida lo travolse.    Al suo ritorno in carcere fu accolto come un eroe, ma il direttore fermo con le braccia conserte gli disse che aveva una sorpresa per lui, Quasi tutti i suoi colleghi del tour, almeno i meno malandati, lo aspettavano davanti alla cella, volevano felicitarsi con lui, era il minimo….

Pubblicato in Articoli | 81 commenti

“LA DURA LEGGE DELLA PALPEBRA”

Il dolore al polpaccio era lancinante, ma io cercavo di concentrarmi sul piacevole rumore proveniente dalle due ali di folla che assiepati ai lati carreggiata mi incitavano, ma tutta quella gente durava un battito di palpebra, poi si trasformava impietosamente in un vigneto di piante impassibili, neanche un pallido saluto al mio passare.  Tra una di raffica di vento e l’altra, un altro battito di palpebra ed ecco comparire l’elicottero sopra la mia testa, è l’elicottero della televisione, quello che quando sei in testa alla corsa non ti molla mai, solamente quando richiudi la palpebra per riaprirla, malauguratamente ti rendi conto che non si travvava altro che di un vecchio trattore carico di sterco, che ti lascia sul posto a doppia velocità senza appello.    “Sbrigati! muovi quelle chiappe dai !” Il mio direttore tecnico sa sempre quando incitarmi attraverso l’auricolare, certamente lui sa che mi sto giocando la vittoria per pochi secondi, la maledetta palpebra si richiuse involontariamente e nell’auricolare c’era solo la voce adirata di mia moglie.   Sognare ad occhi aperti è faticoso, c è sempre qualcosa o qualcuno che ti riporta sulla terra.  Lo puntavo da un bel po’, pensavo di doppiarlo più velocemente ma non arrivava mai, solo quando mi ridestai per l’ennesima volta mi accorsi che era soltanto un fottuto spaventapasseri impiantato al lato della strada, sembrava sogghignare, però non avevo neanche la forza di tirargli un cartone.   Finalmente il traguardo!  Lo dicono spesso alla televisione, non è bello toccare gli atleti quando sono sotto sforzo, probabilmente quella donna che tentava di placcarmi dopo la linea d’arrivo non aveva sentito quegli appelli, l’ennesimo battito di palpebra mi fece capire la cruda realtà, quel dolore al polpaccio che mi accompagnava era dovuto alla dentatura del volpino attaccato a me e la sua padrona non voleva chiedermi l’autografo, provai a chiudere e riaprire più volte gli occhi ma c’era poco di eroico in quello che mi circondava.

Pubblicato in Articoli | 18 commenti

“MAMMA HO PERSO LA BUSSOLA”

Basandosi sulle carte geografiche del suocero, sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni e altro) trovati al largo delle coste delle isole del “Mare Oceano” (l’Atlantico), Colombo cominciò a convincersi che al di là delle Azzorre dovesse esserci una terra e che questa non potesse essere altro che l’Asia.
Poi il Vespucci, grande esperto di quello che ai giorni nostri si chiamerebbe orientiring, ebbe il suo da fare con le mappe, in seguito un certo Magellano mise in pratica una sorta di caccia al tesoro ( l’asia ), che si concluse con un bel circuito inaspettato, quello del mondo, tornando al punto di partenza senza aspettarselo, ci volle quel secchione di Galileo per capire che gira gira…
Storie di navigatori e naviganti, chi più chi meno guidati da carte o bussole, ma le grandi intuizioni fecero le differenze, al giorno d’oggi per trovare piazza Cavour bisogna affidarsi a quell’oggetto diventato ormai uso comune chiamato navigatore.
Certo il gioco di squadra è importante, ma ve lo immaginate un Magellano insieme all’Amerigo e il Colombo che litigano nel risolvere il rebus del bigliettino nascosto sotto un ponte non ben identificato sul Sarca ?  Di qua ! No, di là !…, personalmente avrei seguito il Magellano, guardate qua non a caso questa citazione presa pari pari dal wikipedia :  ” La prima persona ad aver attraversato tutti i meridiani potrebbe essere stato lo schiavo ed interprete Enrique, probabilmente di origine filippina. Acquistato nel 1511 da Magellano a Sumatra, aveva accompagnato questo in tutti i suoi viaggi successivi “.
Un mio predecessore, probabilmente, la differenza che pur non essendo schiavo non ho mai vinto una caccia al tesoro, poco importa, la fetta di torta me la son mangiata e la prossima volta non mi fiderò di carte di suoceri o chicchessia, l’importante è arrivare….

Pubblicato in Articoli | 52 commenti

LA STRANA LEGGEREZZA DEL TDP (atto 4)

Accontonati gli ultimi desideri sessuali, quei pochi che vengono concessi agli strani personaggi del tour, gli ormoni sedotti e abbandonati riversano le sue attenzioni ad altri stimoli, anche i ferormoni più tenaci sono costretti a mettersi le braghette col pannolone, strani effetti della primavera.      Ecco che allora i segnali del risveglio si tramutano non più i canti modulati per attirare l’altro sesso, ma bensì in proclami più o meno bellicosi verso gli altri simili, vere e proprie sfide improbabili in sella ad una bici vengono lanciate da uno e dall’altro, caricandosi a vicenda.    Sono stati avviati diversi studi a proposito, ma benchè si sia stabilito che lo sport possa sostituire in parte l’atto sessuale, ancora non si capisce come alcuni energumeni possano portare la sua bicicletta al ristorante, al bar, o addirittura in camera d’albergo.    Detto questo, il mondo cambia si sa, ci si scandalizza sempre di meno, la tribù del TDP non fa eccezioni, cowboy, ballerini faranno più notizia di gesti atletici, il modo di stare in sella cambierà, e questo grazie anche al Tour de pance

Pubblicato in Articoli | 2 commenti

INFO PER LE TAPPE

Ad un mese circa alla tappa iniziale della caccia al tesoro, vogliamo tenervi informati su alcuni punti per lo svolgimento della manifestazione, che come sapete va avanti da tempo grazie all’aiuto di volontari disponibili tra le file del TDP.

La prima tappa, la caccia al tesoro, se ne occupa da sempre il nostro valido Ruga, quindi salvo imprevisti non chiederemo alcun aiuto.   La crono del Sarca necessiterà di 2 persone, una alla partenza ed una o due persone all’arrivo munita di cronometro.   Per l’alba di Tenno avremo bisogno di una normale raccolta dei tempi all’arrivo, vista l’ora potremo anche arrangiarci dando in mano il foglio d’arrivo al favorito di turno.    La tappa in spiaggia delle biglie tecnicamente è la più difficile, per la pista sarà meglio trovarsi al pomeriggio in 3 o meglio 4 per modellare la pista ( è gradito un bel fondoschiena), in precedenza qualcuno potrebbe preparare magari degli optional come tunnel, pavè, montagnette da posizionare a pista fatta, inoltre piccoli striscioni ecc.. Per le tabelle ci occuperemo noi.       Il duathlon avrà bisogno di un uomo a metà percorso per curare le bici ed uno all’arrivo.    Per le lucciole come da tradizione 2 o 3 persone a Pregasina per far pescare le biglie e fermare i tempi.   Per la faticaccia del velo normale uomo all’arrivo e magari uno psicologo lungo la salita per scoraggiare ritiri ed altre sconsiderate azioni.    Per il gran finale invece vedremo, sicuramente vista la posta in palio ci dovremo affidare a forze speciali schierate davanti al laghetto :-) , ma c’è tempo .    Già sin d’ora, visionando le date delle prove potrete magari già farvi avanti dando la vostra disponibilità, in particolare per quella del 2/07 delle biglie.  Grazie e arrivederci presto nella pazza carovana del Tour de pance !

Pubblicato in Articoli | 79 commenti

MISTERI D’ACQUA DOLCE

Misteri d’acqua dolce

Le mattine d’inverno a Biacesa si sa sono molto crude, specialmente in riva al torrente Ponale, dove l’umidità  pare entrarti nelle ossa per rimanerti a lungo  addosso. Ma é  proprio a quell’ora  presto del mattino che l’ingegnere poteva sperimentare  in libertà  il suo nuovo giocattolo, nascosto da occhi indiscreti che potessero scoprire il suo folle piano.            Si era accordato col padrone della troticoltura per l’affitto di una vasca in disuso prorpio in fondo alla valletta, dove lui diceva di provare un nuovo mangime biologico .   Con la vasca aveva anche affittato una trentina di esemplari di trota giovane, e dalle sei del mattino sino alle otto rimaneva da solo tra le nebbie gelide sul fiume.     Non ne aveva  parlato con nessuno, il suo progetto si avviava al termine, era soddisfatto, un occhio grande come una pallina da ping pong lo guardava fisso, e lui a sua volta gli strizzava il suo, la complicità tra i due sembrava irreale, l’ingegnere  lancio’ al pesce una generosa manciata di mangime.     Di biologico  quel mangime  possedeva solo forse il sacchetto di plastica che lo conteneva, i simpatici granelli viola a forma piramidali potevano trarre in inganno, se un uomo avesse ingerito quella cosa  probabilmente sarebbe imploso in meno di un minuto, invece nei pesci sembrava averne l’effetto desiderato.        Una mattina dei primi di marzo l’ingegnere arrivo’ un po’ più tardi, non aveva chiuso occhio quella notte, un particolare lo turbava,  negli ultimi giorni la sua creatura aveva manifestato chiari segni di cannibalismo verso i suoi simili, infatti quando arrivo’, la trota, se cosi’  si poteva ancora dire, se ne stava in un angolo  a digerire gli altri inquilini della vasca.     “Siii’ !” esclamo’  la mattina seguente, quando  la super-trota, battezzata da lui ” T 69″, (nome  che assomigliava piu’ ad un sommergibile che ad un pesce ) rispose al suo comando azionato da un richiamo ad ultrasuoni emesso dal suo cellulare modificato, il pesce sembrava rispondere quasi guidato come una di quelle barchette a batteria con le quali giocano i bambini al parco.      Inoltre le sue dimensioni aumentavano ogni giorno di piu’, il mangime da lui brevettato, non solo ne aumentava il peso, ma ne allungava considerevolmente la vita,  T 69 non era un pesce qualunque.   Aveva sempre odiato pescare; almeno sino a quel momento, in quell’occasione sarebbe stato un gioco da ragazzi, con una perdita di tempo ridotta al minimo, in fondo per vincere il tour qualche sacrificio bisognava farlo; e lui avrebbe fatto di tutto; gli altri avrebbero dovuto inchinarsi; come aveva dovuto fare lui quasi sempre quando si doveva arrivare al traguardo di una tappa in salita.    T 69 era addestrata gia’ bene, ci sarebbero stati ancora diversi mesi per arrivare al top; in settembre anche le sue dimensioni sarebbero state ineguagliabili tra la sua specie.     Il giorno prima della prova gli avrebbe dato la sua ultima destinazione; Bagatol, li’ avrebbe atteso nascosta tra le rocce il suo creatore, e quando la avrebbe chiamata, lei si sarebbe presentata solo alla sua canna, solo a lui.       10 giorni dopo, alla cena di presentazione del tour c’erano quasi tutti, le facce erano rilassate dopo il lungo inverno, cio’ nonostante un nutrito gruppetto di persone appariva tirato, si tenevano in forma, tra di essi spuntava anche gente con cappellino da pesca in testa, addirittura tre di loro indossavano anche un gillet professionale da pesca.     Dopo un po’ finalmente qualcuno chiese come mai l’ingeniere non si fosse presentato quella sera, lui non mancava quasi mai a quei avvenimenti.    Il proprietario della troticoltura si stupi’ non poco nel non vedere l’ingeniere a quell’ora; alle sette e mezza di solito era ancor li’ sulla vasca in piena attivita’, si avvicino’ quindi verso la vasca prima della cascatella, vide con stupore che era vuota e senz’acqua; l’argine inferiore di cemento era squarciato, poco piu’ a valle intravide due scarpe di pelle, un paio di occhiali sporchi di fango e sangue, e quasi dappertutto una scia di granelli viola a forma di piramide.   Le dicerie di strani avvistamenti; con improbabili esseri giganti in fondo al lago di garda sono sempre esistite; sin dai tempi remoti, e c’e’ da giurarsi non saranno le ultime.


Pubblicato in Articoli | 42 commenti

2014 “SOTTO IL SEGNO DEI PESCI”

Sembrava tutto finito, l’incertezza riguardo il proseguo dell’avventura, regnava padrona durante tutto il periodo autunnale, poi forse anche grazie al fatto che quest’anno l’inverno si è travestito d’autunno con carichi di piogge eccezionali, ecco che a qualcuno è venuto in mente di sfruttare queste mutazioni climatiche.  E fu così che proprio in una serata di pioggia, dove tutti si lamentavano del tempo, esattamente come molti anni fa quando ci si lamentava qualunque fosse il meteo, ecco l’illuminazione, o meglio una delle ultime scintille che il cervello ormai annacquato dei nostri eroi producevano, si tradusse in una delle più folli promesse per l’estate a venire, il TDP vive ancora !!

” SOTTO IL SEGNO DEI PESCI “


  1. CACCIA AL TESORO Torna per far divertire la simpatica prova a squadre, la lucidità è importante quasi più della pedalata.

  2. LA CRONO DEL SARCA Prova contro il tempo da fare d’un fiato, partenza dalle sarche con arrivo a pergolese, valida per la “soccia’l card”.

  3. ALBA AL LAGHETTO Riecco la classica di tenno ma stavolta alle prime luci del giorno, colazione e bagnetto rigenerante alla fine, clima permettendo.

  4. DUATHLON SOPRA IL GARDA Inedita frazione da intraprendere in bici e a piedi con arrivo a s. barbara, al temine sorteggio dei tempi a squadre come a pregasina, spacca gambe..

  5. IL TEMPO DELLE BIGLIE Ritorna una delle più divertenti manifestazioni fuori dalla sella, in ginocchio sulla sabbia divertendosi come bambini e più, con le biglie dei ciclisti, buffet e gavettoni…

  6. LE LUCCIOLE DELLA PONALE Non servono le parole per descrivere questa tappa, solo chi non l’ha provata può rammaricarsi. magie della notte in bicicletta. Rischiatutto e pesce pallina decidono la frazione.

  7. IL CORNO DELLA FATICA Inedita “cima Coppi” sul monte velo, ma questa volta fuori strada sul sentiero del corno, inutile qui portarsi il costume da bagno…

  8. IL VERDETTO DEL PESCE Saranno le gambe, il sedere o un pesce a decidere questo tour de pance ?  Lo sapremo molto probabilmente solo dopo questa folle tappa, prima in mtb a Bagatol, poi con una canna da pesca in mano….

Pubblicato in Articoli | 29 commenti

CINGHIALI A TAVOLA

Giovedì sera sarà grande festa, forse mentre addenterete il cosciotto di maiale le gambe vi verranno meno, proprio come sulle grande salite che avrete affrontato, ma questa volta sarà per il piacere.  Non sarà la sola prelibatezza ad allietare la serata, il menu che ci sarà servito lo potrete leggere qui sotto, degno di una vera cena finale di tour de pance, e su questo i gestori del hotel Virgilio sono maestri, provare per credere.   Sarà poi la sera dei verdetti, un bambino decreterà il vincitore finale di quest’anno, lo farà con un gesto semplice, meno semplice sarà stato il lavoro dei nostri contabili, che hanno preparato le proiezioni per ogni tappa ribaltata, ma sono da tempo abituati alle stramberie che il patron gli riserva in ogni edizione col fine di rivoluzionare i verdetti della strada.   Poi ci sarà l’elezione del personaggio dell’anno, purtroppo l’anno scorso non fu assegnata per problemi di tempo, questa volta dovrebbe andare il porto la “fumata bianca”,  anche perchè il personaggio che vincerà avrà una missione importante da svolgere….  E adesso leggete il menu, IL PREZZO E’ DI 25 EURO A PERSONA INCLUSO DI BEVANDE E CAFFE’ ,la cena sarà servita alle ore 20, ma prima verrà servito l’aperitivo, quindi venite prima.

APERITIVO
CARNE SALADA CRUDA AL PROFUMO DI TARTUFO
PAPPARDELLE AI FUNGHI PORCINI
COSCIOTTO DI MAIALE “TOUR DE PANCE”
CONTORNI DI STAGIONE
SORBETTO AL MOSCATO

Pubblicato in Articoli | 68 commenti

“VEDIAMOLI PIU’ DA VICINO” : Capitan uncino

Era da un pò di tempo che volevamo rispolverare la nostra rubrica di pettegolezzi, purtroppo è venuto a mancare il tempo, ma oggi cogliamo l’occasione per incontrare un personaggio, arrivato in sordina ma che adesso è sulla cresta dell’onda : il Capitan uncino.  Si è presentato da noi stamane col fare leggiadro di chi sa, non diciamo di aver già vinto, ma comunque di aver fatto qualcosa di grande, ma sopratutto con un platò di pastine assortite, la cosa che maggiormente ci interessa… :-)

Ebbene sig. Galas, dopo aver intervistato già due anni fa i suoi fratelli più grandi, finalmente abbiamo il piacere di farti conoscere meglio ai nostri lettori con qualche domandina ( intanto lui ci allunga una bottiglia incartata, crediamo si tratti di un cognac ), puoi anche non rispondere se vuoi, ma non faresti altro che incuriosire ancor di più il nostro senso del pettegolezzo…

1) Come hai fatto a conoscere il TDP ? sono stati forse i tuoi fratelli a portartici?

In verità non lo sa nessuno ma sono stato io a portare loro….

Al tempo era la tappa di Tenno dell’anno 2006 e cercavo di spronare allo sport i due altrimenti persi paralitici! Infatti li convinsi ad iscriversi a questa dura competizione, per farli uscire dalla crisi mistica di mezza età in cui già allora versavano.

Confidavo che con il fatto che Panzstrong fosse caduto nella marmitta del druido da infante e che El Tribula avesse un passato da sportivo, si potesse se pur con sacrifici e duri allenamenti imposti loro, arrivare a significativi risultati. Ci furono solo parziali soddisfazioni come una tripla maglia gialla poi persa miserabilmente alle biglie in spiaggia…. mi trovavo come loro preparatore, aizzatore, galvanizzatore parzialmente deluso e insoddisfatto. Da allora maturai con calma la decisione e fu poi sul finire della stagione 2011 che tirai le somme e a distanza di anni dall’inizio di tutto in quel momento decisi che per riscattare il buon nome di famiglia dovevo impegnarmi personalmente gettandomi nella mischia.

2) Dalla tua icona postata sui commenti si nota un baffone pronunciato che incute timore, ma poi se ti guardiamo adesso sembri avere la faccia del bravo ragazzo, ti senti d’avere un pò di agonismo nel tuo essere ?

Quella foto è una soddisfazione, l’ho preparata con cura e per quello scatto ho subito quattro mesi di disprezzo domestico, ma non ditelo in giro è una tattica per spaventare gli avversari. Il nome viste le condizioni è più che appropriato, sempre pronto ad attaccarsi a chi passa, anche uncinando con degenere ironia!

Per la seconda domanda Le rispondo con un eufemismo, non so se l’essere trova posto dentro l’agonismo!

3) Quattro figli te, tre l’altro fratello e due l’altro, i Galas hanno intenzione di monopolizzare il tour negli anni a venire ?

Quando nelle stagioni passate abbiamo notato una mancanza di apprezzabili piazzamenti abbiamo provato altre Vie. In effetti è una strategia che doveva restare segreta ma ormai siamo stati scoperti!

4) Ti sei trovato sotto le luci della “ribalta” proprio nel momento cruciale del TDP, e l’hai fatto con una azione senz’altro spettacolare, lasciando sul posto addirittura quell’Enriquez in cui questo tipo di prove non mollava mai,  e poi forse con una piccola dose d’astuzia hai calcolato anche il colpo gobbo per vincere il tour, di chi hai più paura per la vittoria finale, calcolando che almeno 2 o 3 personaggi potrebbero strappartela con il ribaltone finale ?

Ovviamente da quando sono piccolo il primo obiettivo è pavoneggiare le chiappe in faccia ai fratelloni sotto la linea di arrivo. E devo dire che gli ultimi anni non sono stati facili.

La citata tappa l’aspettavo solo dalla presentazione alla stampa della stagione, dopo le “chiappe in faccia” era il mio obbiettivo secondario e ne temevo solo i crampi,  ma con quattro banane e le bombe della Sandra è andato tutto bene. L’impavido Enriquez mi spaventava e al contempo speravo mi accompagnasse alla notte del martedì, volevo abbandonarlo all’alba del terzo giorno sulla piana delle Viotte ma fonti bene addentro alle vicende, per la mancata preparazione lo davano per spacciato alla partenza. L’aspetto l’anno venturo!!!

L’idea del Tour l’ho messa a fuoco solo dopo la dura prova “Trippathlon del Brione” e da li l’ho coltivata in sordina con “tattica bastarda” pedalata dopo pedalata, infatti già allora sembrava chiaro a tutti che i parenti prossimi non avessero più un gran che da dire in corsa.

Che dire in più, adesso da maglia gialla l’unico che devo temere è quel benedetto bambino!!!

5) Dicci chi è per te il personaggio che vedi come icona in tutti i TDP

C’è ne sono tanti che incarnano la visione del Patron ancor più che egli stesso, osservando le foto delle passate edizioni, ma con superficialità vista la mancata conoscenza diretta, direi Ciccio Ulrich. Trova affascinante la foto della salita a Padaro sotto la pioggia. Per il resto tutti coloro che arrivano distrutti all’arrivo!

6) In precedenza sono stati nostri ospiti prima Tribula e poi Panzstrong, in entrambe le interviste si è evidenziata una innata rivalità, in quel momento si dividevano dei piazzamenti di tutto rispetto, ora in breve tempo sei riuscito ad offuscare le loro gloriose gesta del passato, ti chiamano ancora per una pizza in compagnia ?

L’innata rivalità non so da dove provenga certo è atavica, nondimeno El Tribula dopo la mia prima vittoria di tappa “ Quella sporca ultima corsa ” ha fatto la sua partecipata telefonata di circostanza. Panzstrong mi preoccupa non si è ancora fatto sentire, non vorrei  vista l’età, non se ne fosse accorto. Tuttavia bisogna capirli … dieci anni or sono il primo sui pedali era una chiavica e il secondo in volata lo steccavo sempre salita compresa…poi la loro folle sfida fratricida i duri allenamenti e il furgone con la bici al seguito, (vedasi l’intervista ai fratelli Lumiere), hanno segnato il passo…ma  adesso la profezia si sta avverando! A distanza di decenni dai soprusi a cui mi hanno sottoposto da infante, in particolare ricordo il sadismo di Panzstrong, tutto si compie e le parole del padre emergono dalla  memoria: “quando saranno vecchi e con il bastone li potrai far cadere con gli sgambetti” ahaaaa e pensare che non hanno ancora il bastone!

7) Per finire, come ben saprai, il patron del tour, diventato sempre più totalitario e aggiungiamo anche un po’ rinco, ha manifestato l’intenzione di lasciare il testimone a qualcun altro, secondo te chi vedresti meglio al timone di questa compagnia di dementi ?

Se Patron Enriquez lascia il timone, premesso che non credo sappia dov’è,  la nave sarà preda di ammutinati dalla limitata visione, pronti a tracciare inconsapevoli rotte di comodo prologo al triste naufragio. Maturi quindi il suo destino perché il Tour, purtroppo per lui, non è scindibile dalla sua presente volontà, o meglio è da definirsi come la messa in scena di una trascendente affermazione del proprio io, esso stesso interpretazione dell’umano agire. Il chi se non lui non può esistere.

Pubblicato in Articoli | 40 commenti

“L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL TDP” cap.4

Mai come questa edizione l’esito finale risulta incerto, apparentemente se uno guarda la classifica generale vedrebbe un vincitore quasi certo, ma non è assolutamente così, anzi dopo le ultime dichiarazioni  del sign. Taeng mo, che aserisce di non presentarsi al via all’ultima tappa, si può immaginare uno scenario completamente diverso, con addirittura un Ciccio Graziani in pole position, possessore ancora della fatidica “soccia’l card”, che in caso di vittoria di tappa gli permetterebbe di balzare al comando della classifica , ma attenzione anche alla mina vagante Capitan uncino.     Ma, e ce ne sono tantissimi di ma, nessuno sa quale sarà la tappa che verrà pescata dal bambino che deciderà quello che sarà poi il nuovo re del TDP 2013,  si potrebbero fare diversi calcoli di probabilità, ma neanche il buon Tarci è ancora in grado di configurare lo scenario finale.   Detto questo, andiamo a presentare quella che forse è la prova più affascinante del Tour de pance, quella in cui non servirà la velocità o la potenza, ma una buona dose di resistenza sia alla sella che eventualmente alle intemperie o il buio della notte, ma è proprio l’incognita dell’avventura, oltre al pedalare finalmente tranquilli in compagnia che caratterizzerà la tappa.    Per chi non conoscesse ancora il meccanismo della prova, illustriamo brevemente quello che potrà essere il programma della frazione.

Domenica 22 settembre ci si presenterà in piazza 3 novembre alle ore 10, dopo una conta dei concorrenti si partirà alla volta del passo del ballino per poi ridicendere verso Fiavè e dirigersi senza fretta al paese di Comano, da lì invece di salire sul monte casale, svolteremo a sx  in direzione del passo della morte ( niente paura nonostante il nome, il tragitto non presenta difficoltà estreme.. ), si ridiscenderà quindi sulla bella ciclabile del Limarò.  Si tornerà poi verso la busa lungo le ciclabili per il primo passaggio, dove quelli che vorranno ritirarsi potranno anche ricevere i punti ( non vale infatti presentarsi al via e ritirarsi subito senza aver concluso il primo passaggio ), dopo una sosta ristoratrice ad Arco si partirà per il secondo step.         Si salirà in Troiana, Carobbi, per affrontare il giro dei “due sassi”, che ci porterà circa a quota 1200 mt. sotto le pendici dello Stivo,  poi si ritornerà a valle all’imbrunire e si chiuderà il tragitto dichiarato, ci si fermerà a mangiare radici o arbusti.. :-)  ( scherziamo, di sicuro ci starà qualcosa di meglio.. ),  ma da qui in poi varrà la famosa legge del rilancio, l’affascinante formula con la quale nelle edizioni passate chi voleva vincere il TDP doveva rilanciare, calcolando però bene le proprie forze, il bluff infatti verrà scoperto se non si pedalerà il dichiarato.      Due anni fa per esempio, Tarci si giocò le sue carte bene, dopo ormai 15 ore in sella e ben tre montagne scalate, alle 3 di notte, rilanciò la posta con un passaggio alle sarche e salita in troiana all’alba, naturalmente Enriquez che sempre ha portato a termine queste prove lo seguì, ma fu anche la sorprendente Yurka fare compagnia agli altri due, conclusero così la prova in 23 ore, con circa 4000 mt di dislivello, ma sopratutto con ricordi bellissimi che si portano ancora adesso dietro.     Va detto comunque che tutto è possibile in questa tappa, la prima volta che si disputò, complice anche una pioggia battente e che si disputò di notte, si risolse in poco più di cinque ore, tutto dipenderà anche dalle intenzioni più o meno bellicose dei partecipanti, tenendo presente che sarà prima di tutto una bellissima gita insieme.

Pubblicato in Articoli | 70 commenti