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PESCI FUOR D’ACQUA N. 2
Ci scusiamo per il contrattempo, lo spostamento della tappa a mercoledì si è reso necessario per il semplice fatto che gran parte degli organizzatori della manifestazione erano impossibilitati a venire, ma il TDP continuerà nel migliore dei modi la prossima settimana, con una delle prove più divertenti degli ultimi anni. Il ” Duathlon di ledro ” per chi non lo conosce, si svilupperà con la formazione di squadre miste, divise tra fasce più o meno forti e consisterà nel arrivare insieme a Molina di ledro davanti all’imbarcadero dei pedalò, quando tutti i componenti della propria squadra saranno arrivati allora si potrà salire a bordo del pedalò, e concludere la prova con un breve giro di boa posto a circa 200 mt. dalla riva. Una volta a bordo dei pedalò si potranno anche fare piccoli azioni di disturbo agli avversari, ma mai usando armi contundenti, acidi, laser ecc… ! A presto allora.
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PESCI FUOR D’ACQUA (istruzioni per l’uso)
Il ” Trippathlon del Brione ” è alle porte, l’estate è scoppiata e allora quale momento migliore per immergere le vostre chiappe provate dalle selle di bicicletta ? Bene ! allora udite: Mercoledì prossimo alle ore 20 e 30 ci si troverà in spiaggia (località porfina), poche decine di metri dopo la piattaforma galleggiante, proseguendo vedrete dei portasurf sul bagna asciuga, lì aggancerete la vostra bici sugli appositi ganci e tornerete di fronte alla piattaforma galleggiante. Saliremo tutti, rigorosamente in divisa da TDP per un divertente gag, dopo poco sarà dato il via ufficiale alla prova. Attenzione : la divisa obbligatoria per la occasione sarà semplicemente avere ai piedi delle PINNE , sì avete capito bene, pinne ! quando sarà dato il via, si scenderà “ordinatamente” dalle scalette della zattera, poi in qualche modo sempre con le pinne ai piedi ci si dirigerà alle bici, le si inforcherà pedalando con le pinne verso il baretto del porto e poi l’attraversamento della strada, da lì si salirà sino al fortino del brione. Ricordiamo a tutti che non ci sarà bisogno di dannarsi l’anima, i tempi del “rischiatutto” (CLICCATE SOPRA PER VEDERE IL CONSISTENTE BOTTINO DI PUNTI IN PALIO ) saranno come quelli di pregasina, e cioè dai 60 ai 75 minuti per arrivare al traguardo, che sarà sul tetto del fortino, lì pescherete come sempre la vostra pallina, poi la fortuna potrà fare il resto. Se pensate di non aver capito, ricordatevi alcune cose essenziali : maglietta del TDP, pinne, luci ed eventuali libere scenografie ( sono sempre ben accette) e non temete di affogare, l’acqua scesi dalla scaletta non vi arriverà neanche al bacino.
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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL TDP n.3
Sette anni fa, quando al Varone demmo il via alla prima tappa del’ ” Alba del Ballino “, pochi pensarono di rifare ancore simili levatacce per disputare una stupida prova del TDP.
Sabato 8 giugno 2013 ore 5 e 50, albergo Alberello, Varone: “Mio Dio !…ma quanti sono ? “ Una signora affacciata alla finestra del della sua camera d’albergo mai più si aspettava di vedere così tanti buontemponi proprio sotto di lei, non ne vedeva a quelle ore del mattino, così tanti tutti assieme dai tempi delle sue vacanze a Rimini, quando all’uscita delle grandi discoteche si radunavano per andare a salutare l’alba in spiaggia, ma non vestiti in quel modo assurdo… Detto questo, non c’è più da stupirsi se la strana terapia del TDP annoveri sempre più adepti tra le sue fila, ormai ci si rassegna al fatto di ritrovarsi con gli occhi crepati di rosso, o con la schiuma da barba ancora sul faccione, l’importante è non ” mollare il trenino “, quello che ci fa sentire ancora in pista, sia con la pancia che con i pochi neuroni rimasti Ecco che allora magari la pura cronaca dei numeri passa in secondo piano di fronte ai soliti aneddoti, l’altra mattina per esempio il mistero dei tre personaggi incontrati a metà percorso, nessuno li conosceva ma da come erano vestiti anche loro si pensa che non andassero a fare lo stelvio…. Turbo non lo ferma più nessuno, e se Taeng mo torna a fare la voce grossa grazie alla “Soccia’l card”, e vuol mangiare conigli senza polenta, di certo il Ciucciarode non è uno che si fa intimidire, ora si è inventato una forma di ritiro-punizione a tutto il suo team per non averlo protetto, andranno sulle alture del caucaso centrale a sudare e meditare. Ma i protagonisti saranno ancor tanti d’ora in poi, da tener d’occhio un certo Ciccio Graziani, qualcuno non si sarà certamente lasciato sfuggire i suoi occhi da tigre che sfoggia quest’anno, che sia la sua volta buona ? Il Mago, pur facendo del suo meglio si accorge che quest’anno dovrà fare degli straordinari con la dieta se vuole vincere, ma da uno come lui ci si può aspettare di tutto. Poi c’è la splendida incognita dell’ultimo colpo di scena, molti dei non in condizione sperano nella tappa da ribaltare alla fine, certo potrebbe funzionare, ma bisognerebbe arrivare sempre ultimi per essere sicuri, e intanto il Turbo arriva sempre primo, chi riuscirà a fermarlo prima che sbricioli ad una ad una le ultime certezze dei ” Beverly inps ” ?
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IL CICLISTA GULLIVER
Capita che un ciclista si alzi prima del levar del sole, per intraprendere il suo piccolo grande viaggio scandito dalla sua forza di volontà ,ed anche per la curiosità verso i suoi simili. E allora se ha fortuna, con le prime luci dell’alba, può scorgere i leggiadri mattinieri delle due ruote librarsi quasi senza pedalare, sospinti dal vento del nord, quasi sospesi tra cielo ed aria, viene voglia di infilarsi tra di loro, ma quasi sempre sfuggono via, non amano molto la compagnia. Gulliver, il ciclista così denominato, è invece un personaggio che spinto dalla sua innata curiosità tende a ricercare il suo simile nei svariati suoi risvolti, mettendosi però a volte in situazioni problematiche. Se per esempio troverà lungo il cammino i famosi “buontemponi “, ovvero quei ciclisti che possono partire a qualunque ora, beh in quel caso non avrà problemi ad intrufolarsi in gruppo, sia la loro velocità che la loro socievolezza non gli recerà nessun problema. Diversamente andrà a finire se tenterà di accodarsi alle tribù degli “scaldati”, e cioè di quelli che rilanciano la velocità quando mancano pochi metri per agganciarli, lì di solito il ciclista Gulliver rimane al vento, sconsolato dovrà solo sperare di trovare per strada un passaggio da un ” Tribula” di turno, quelli di cui ti puoi fidare, rimasti a loro volta orfani del gruppetto-madre, di solito si offrono di aiuto per trainarti a destinazione, la loro ospitalità è sacrà, solo quando avranno finito la loro missione, si accasceranno sui paracarri, ma è sempre più raro incontrare questi angeli della strada. Se Gulliver sarà stato baciato dalla fortuna, finito di percorrere il lago di garda da nord a sud, si imbatterà prima o poi con la tribù dei “passistoni”, ciclisti di pianura, spesso dotati di buoni fondoschiena dove ripararsi dal vento, normalmente non sono bellicosi, ma non bisogna parlar loro di montagne o colline. Trovare poi gli “scalatori” per Gulliver potrebbe essere la fine, sì perchè più di una volta, con la scusa di andare a mangiare una polenta appena più in su, il gruppetto in questione potrebbe ridurlo allo sfascio dopo lo scavalcamento di 2 o tre cime, per poi abbandonarlo al suo destino tra le nebbie. Ma in assoluto per lui, il pericolo più grande è rappresentato dal “culetto col codino”, di solito sono i miraggi del deserto, quando ormai la lucidità lo abbandona, in quel momento Gulliver vede a poche decine di metri dinnazi a lui la figura di uno splendido esemplare femminile di ciclista con la coda svolazzante, se tenterà di raggiungerlo potrà andare incontro a serissimi problemi di varia natura, se gli andrà bene, una volta affiancata si renderà conto che l’esemplare in questione era una attempata solitaria in attesa di compagnia, in quel caso dovrà abbozzare un sorriso di circostanza e cercare un allungo, altrimenti finirà tra le sue sgrinfie.
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STORIE ALL’ALBA
Quarto atto 2013
” LA VENDETTA “
Erano quasi due mesi che pioveva, tanto che molti dei componenti del tour si ritrovavano nelle ore più strane a pedalare nella galleria peraltro poco illuminata che collegava le due valli, ma la cosa più fastidiosa era la scarsa aerazione, spesso la visibilità causata dallo smog si riduceva a poche decine di metri, e solo i colpi di tosse di quelli che erano più avanti, facevano rinsavire i malcapitati in preda alle allucinazioni. Il divertimento, se così si poteva chiamare durò poco, sino al momento che l’ente stradale locale decise di chiudere il tunnel per lavori per 10 lunghissimi giorni. Proprio in quel periodo le previsioni meteo davano un incattivirsi delle precipitazioni, una vera disdetta per chi voleva fare attività all’aperto. Il dott. Premuri, vecchia volpe del tour de pance, si ricordò di un suo vecchio compagno di scuola, l’aveva incontrato qualche tempo fa, ora lavorava presso l’ANAS, lo chiamò tempestivamente, e in nome della loro vecchia amicizia gli chiese un favore preziosissimo. Fu così che, grazie alle chiavi del lucchettone che chiudeva l’accesso alla galleria, lui non perdeva una sera per allenarsi a dovere su e giù senza tregua, mentre gli altri si appoggiavano sconsolati davanti alle finestre con la speranza che cessasse di piovere, ma inesorabilmente ingrassavano mentre la data della gara si avvicinava. Ma il dottore non sarebbe stato così egoista, avrebbe condiviso l’accesso alla galleria con gli altri del tour, ma solamente nell’ultima notte che precedeva la tappa, la sua generosità tuttavia nascondeva un beffardo inganno. Il suo piano infatti prevedeva di scorazzare un oretta con loro in galleria, poi li avrebbe rinchiusi quel tanto che sarebbe bastato per concludere la gara, ovviamente dopo, sarebbe bastato l’arrivo del suo amico, con mille scuse li avrebbe liberati, dicendo loro che dopo aver visto il lucchetto forzato, lo avrebbe chiuso pensando ai soliti vandali della notte. Arrivò dunque la vigilia, Clotilde la moglie del dottore, vestita di poche ma esplicite cosucce, aveva preparato una cenetta con tanto di candele rosso vivo, chissà forse si era illusa dopo averlo visto così tonico negli ultimi tempi, ma l’unico movimento pelvico che aveva in mente il dottore, era quello per mettere la ruota davanti agli altri sul traguardo della tappa all’alba. Lei non si sorprese più di tanto, quando lui sul più bello, con ancora una fetta di frutto della passione in bocca, si scusò dicendo di dover andare con gli amici del tour per l’ultima messa a punto dell’allenamento. La delusione di Clotilde si trasformò in breve tempo in una sorte di fredda e lucida determinazione, sapeva da un po’ del piano di suo marito, glielo aveva ingenuamente confidato in una delle rare sere che lui si concesse senza cardio frequenzimetro. E siccome anche lei conosceva bene, sotto altri aspetti, il suo ex compagno di classe, le cose si misero in un modo diverso di quelle che aveva previsto il dottore. Il rumore della pioggia battente di quell’alba non copriva il cigolare causato dal letto, un ritmo ossessivo che sembrava scandire il tempo delle migliori pedalate, mentre a pochi chilometri di distanza, il grande lucchettone che rinchiudeva quaranta ciclisti in galleria non cigolava affatto, neanche quando usarono il dottore come ariete per sfondare lo sbarramento.
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IL TEMPO DELLE RUOTE GRASSE
Come già detto in precedenza, martedì sera e non mercoledì com’era da programma iniziale , andrà in scena la seconda prova del TDP di quest’anno, molti di voi conosceranno a menadito il tracciato, altri no, in ogni caso tutti facciano attenzione perchè abbiamo apportato una piccola modifica qui di seguito descritta. La partenza prevista sarà alle ore 19 al ponte romano di Ceniga, la prima parte del percorso ricalcherà quella di 2 anni fa sino alla località di Oltra, ma invece di svoltare si proseguirà in direzione Pietramurata. Se alcuni di voi non sono sicuri di individuare la via giusta, facciano attenzione sempre ai cartelli biancorossi che indicano Pietramurata posizionati ad ogni bivio, solo in un caso bisognerà ignorarlo, quando ad un certo punto si prenderà a sinistra una salita che indica località Bene, questa è la piccola modifica che abbiamo apportato, si tratta di un breve anello in salita che poi ripiegherà di nuovo sul sentiero Gaggiolo-Pietramurata. La discesa su buona starda forestale e campagna a un certo punto diventerà sentiero, dopo una breve rampa sassosa si snoderà per altri 2km sino all’arrivo proprio sotto il crossodromo Ciclamino. L’intenzione sarà poi quella di cenare assieme, ma per il momento non sappiamo ancora se ci fermeremo lì, vi faremo sapere a breve quando avremo notizie fresche. Si raccomanda fortemente il caschetto, ed eventualmente luci per il ritorno.
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“IL VENTO E LA FOLGORE ” by Tribula
” IL VENTO E LA FOLGORE “
I ciclisti li riconosci subito, somaticamente intendo, i loro visi sono scolpiti dal vento preso in faccia, un artista di scuola classica, per il quale la manifestazione di emozioni e sentimenti è contenuta in forme di controllata razionalità e assoluta armonia la sua opera la compie soffiando in fronte e levigando con paziente sapienza la materia.
Loro, la materia, i ciclisti dico, generalmente non hanno la sensibilità per apprezzare l’opera del modellatore e per contralto si lamentano dell’avverso elemento, fino ad arrivare allo spregio iconoclasta sacramentando alla maniera dei portuali, quando l’impeto creativo si manifesta.
Tuttavia se succede che nella terra dei broccoli, in un giorno di primavera il vento si posi con favorevole magnanimità sulle tornite natiche di un manipolo di striati pedalatori, ecco che allora ciascuno si concilia con l’eterea folata e avverte crescere nel cuore la speranza di trasformarsi in folgore.
La metamorfosi non riuscirà a tutti, anzi, a molti la folgore trafiggerà i polmoni, squasserà i muscoli e trasfigurerà il viso, dilatandone le narici appallandone gli occhi e contorcendone il sorriso, saranno loro, quelli con il viso scolpito dal vento e forgiato dalla folgore i prediletti della creazione.
Ma i ciclisti son gente dannata, condannati a disconoscere la loro genesi pur tendendo al sublime?
Se pensate di si. Scrivete si
Se pensate di no. Scrivete no
Aderendo al sondaggio parteciperete all’estrazione di ricchi premi e simpatici gadget, insistendo un po’ c’è la possibilità di aggiudicarsi punti bonus in classifica generale.
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” UN ESCA PERICOLOSA “
” UN ESCA PERICOLOSA “
Non mi mettevo quella tuta da circa 15 anni, dall’ultima volta che rapinai quei vecchietti alla casa di riposo, quel giorno mi ripromisi di cambiar vita, pensai di aver toccato il fondo, ma non fu proprio così. Conscio del fatto che nessuno mi avrebbe potuto riconoscere, e che comunque per una strana coincidenza, l’uomo che aveva calzato la tuta uguale alla mia si era già presentato nella tappa precedente, decisi di rispolverare il mio vecchio costume di lavoro e partecipare così alla seconda prova del tour de pance. In fondo era davvero buffo che, quello strano personaggio misterioso venuto per la cronometro, calzasse una tuta identica a quella che avevo usato io anni fa in quei strani percorsi della mia vita, avrei voluto conoscerlo, ma non avrei mai immaginato che lui mi conoscesse da tempo, e molto bene…. Infatti da molti anni era sulle mie tracce, ma solo da pochi mesi, per pura casualità scoprì la mia identità, in quella maledetta cena all’inizio del tour. Non avrei mai sospettato che tra le nuove entrate si nascondesse il figlio di quell’anziano a cui avevo sottratto l’anello e la dentiera d’oro. Ricordo che la sera della cena mi avvicinò, e con fare gentile riuscì a carpire quelle informazioni sufficienti per risalire a me, ma fu il tatuaggio con scritto mamma perdonami sul braccio a tradirmi. Il giorno della crono fu un ottima esca per attirarmi nella sua trappola, incuriosito così del suo travestimento, io feci il maledetto errore di uscire allo scoperto, mettendomi il costume misterioso, ma in tutta questa sporca faccenda lui non riuscì mai a dimostrare che il vero malfattore fossi io, in fondo eravamo vestiti identici, e le sue parole valevano come le miei, giudici credettero a me, e ora quell’uomo vede il cielo a scacchi da una scomoda cella , le notizie dal tour le apprende solo sui giornali, mentre io continuo a correre con la tuta originale.
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CHIACCHIERE SENZA NUMERI
In attesa dei numeri della prova svoltasi oggi, potete sfogarvi a suon di commenti qui sotto. Sappiate che data la difficoltà di ricostruire l’accaduto, e con la nuova formula della ” Beverly imps “, le classifiche non saranno disponibili a breve, i nostri contabili faranno tutto il possibile per accontentarvi. UN grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, e un plauso a chi ha interpretato la prova anche con mezzi di fortuna, inoltre l’apparizione dell’ ” uomo mascherato ” farà discutere a lungo, la sua identità nessuno la conosce, e potrebbe rivelare una sorpresa notevole, vedremo nelle prossime puntate….
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