“STESSA SPIAGGIA STESSO MARE”

Agosto 2013, lido degli autan.

Dapprima era una leggera nebbiolina quella che si era calata sul litorale, ma verso le nove del mattino sulla spiaggia non si vedeva quasi più un accidente, il tasso di umidità era altissimo, la gente cercava refrigerio nell’acqua, ma tra alghe enormi e meduse urticanti il risultato era devastante, l’unica era stare in fila per mezz’ora per farsi una doccia tiepida.                                                                                       I Tribula si erano dati l’appuntamento per le 10 con i Giampa presso il bordo inferiore della spiaggia per una partita a bocce, purtroppo però quella mattina la zona pullulava di fastidiosi tafani ed ex figli dei fiori che si fumavano i tafani secchi in preda a strane allucinazioni, quindi rinunciarono e si diressero di ritorno al villaggio turistico.                                                                                                     La struttura turistica, per altro un po’ fatiscente, era chiamata confidenzialmente: “L’alcatraz del delta”, posizionata appunto dove il braccio del fiume sboccava in mare, quando l’alta marea del pomeriggio saliva non c’era modo di svignarsela, la palude alle spalle del villaggio si inondava e non si poteva più raggiungere la strada, nello stesso istante, puntuali arrivavano zanzare dall’alto in formazione a squadra e gli obbiettivi erano sin troppo facili.                  Quasi tutti i clienti dell’hotel provenivano dal TDP con i vari familiari al seguito, il pacchetto di 10 giorni prevedeva la mezza pensione, ma molti non arrivavano a consumarla per il fatto che, se non calcolavano bene la salita del mare venivano falcidiati sulla via del ritorno mentre cercavano di lottare inutilmente con le zanzare addestrate nella palude con l’alta marea, una lotta destinata a durare poco, solo i più forti riuscivano a trascinarsi sino all’entrata del villaggio.               Il pacchetto prevedeva inoltre un escursione in un ex ciclodromo risalente all’immediato dopo guerra, il posto era ormai diventato il ritrovo fisso di cialtroni che si spacciavano per ex campioni delle due ruote come: Adorni, Zandegù, Giglioli e via dicendo, accogliendo i visitatori in giacche improbabili sgualcite, dicendo loro che strane vicissitudini della vita li avevano relegati laggiù in una vita difficile, così chiedevano loro un piccolo contributo,poi gli regalavano foto ricordo che non erano altro delle figurine degli album dei ciclisti.                        Mancavano poche ore, e in televisione quella sera avrebbero trasmesso l’ennesima ripetizione delle ultime tappe del Tour de pance, anche se praticamente quasi ogni sera i commensali della struttura, l’aria all’interno del villaggio si faceva elettrica come prima di una finale del mondiale di calcio,  alcuni si erano già accampati qualche ora prima in sala televisione inondata dal sole, cuocendosi il cervello dietro le vetrate.                                                                       L’animatore del villaggio non vedeva uno stipendio da almeno tre mesi, per questo motivo decise di agire con un gesto disperato, in un momento di distrazione dei picchetti , si impossessò della televisione e con una mazza in mano minacciò di distruggerla se qualcuno non si decideva a pagargli tutto quello che gli spettava.    Se non fosse stato per Enriquez, che mediando con uno strano personaggio dell’hotel, evitò che il poveretto finisse linciato dai commensali, Oswald e il Cecido  ancora storditi dai fumi della notte precedente in discoteca, gli avevano già assaggiato i polpacci con la forchetta, una fine annunciata, tra tutti i gesti estremi che poteva fare, quello di impedire di vedere la ripetizione del TDP a quegli energumeni, era come paragonare il fatto di portar via una subrette donna nel bel mezzo di uno spettacolo per i detenuti di un carcere di massima sicurezza.                                                                                                 Come da copione, ogni anno si ripetevano gli stessi rituali, a cominciare dalla mattina, quando la maglia gialla in carica illustrava il programma della giornata, che poi alla fine era quello di tutti i giorni, ovvero quello di dirigersi in fila indiana sull’esiguo passaggio che conduceva alla spiaggia, un percorso assai delicato su un ponticello di assi improvvisato sulla palude maleodorante, ma era l’unico modo per arrivare alla spiaggia.             Da lì in poi le varie attività proposte consistevano in giochi di società come il mònapoli ecc.. il tutto sotto il sole cocente visto che gli ombrelloni a disposizione erano solo tre, e quelli se li erano accaparrati già quelli che erano arrivati alle 6 del mattino.                                            Le venti famiglie del TDP fortunate, se così si può dire, venivano estratte a sorte in una sera durante un dopo tappa in giugno, erano già nove anni che veniva organizzata la vacanza in quel posto della bassa, i prezzi erano veramente bassi, ma anche la permanenza chiedeva il suo prezzo, ci voleva qualche giorno per ambientarsi, dopo era un po’ come essere nell’esercito, un esempio su tutti, i Ciucciarode erano già dei “nonni” dato che per ben 5 anni consegutivi venivano estratti.                                                                                                                                        Enriquez da buon pastore, controllava ogni sera dal suo yacht ancorato a poche decine di metri dal delta che nessuno finisse nella rete dell’alta marea e divorato dalle zanzare, aveva già salvato due anni prima il Mago G, il quale pensando di esser più forte della corrente e degli insetti aveva finito le energie e stava andando alla deriva, Enriquez scambiandolo per un tonno l’aveva pescato con modi non proprio ortodossi…                                                                                              L’ultimo giorno di permanenza cominciava molto presto, tutti avevano paura di perdere la barca per raggiungere la strada e l’agoniato pulmann che li avrebbe riportati a casa, per cui alle sei del mattino, proprio come una tappa all’alba succedeva di vederli ancora in pigiama con le valige in prima fila sulla banchisa.  Ma nonostante tutti i piccoli disagi, ogni anno si ripeteva lo stesso rituale, e nessuno osava ancora protestare per un cambio di località, anzi durante l’estrazione dei fortunati, il sottofondo musicale era proprio quella canzone degli anni 60………

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TDP SOTTO L’OMBRELLONE

Ieri il sito del TDP ha compiuto 9 anni, abbiamo superato abbondantemente il milione di visite totali, per importanza e ricchezza di contenuti ( demenziali diciamo noi.. :-) ), è stato riconosciuto come uno tra i più importanti siti web nei vari motori di ricerca.  In effetti se avete la voglia e il tempo di scandagliare nel sito, vi accorgerete dell’enorme quantità di dati che abbiamo inserito nel corso degli anni, la nostra storia, sebbene risalga solo all’anno 2000 è già patrimonio dello sport-goliardico nazionale, quasi un orgoglio, se non fosse per il fatto che non conosciamo ancora l’antidoto per far smettere questi dementi di pedalare…

E’ arrivato agosto. il mese dell’ozio ( non per tutti :-( ), ed allora per riempire quegli spazi vuoti lasciati dal TDP, vi rimandiamo alle letture dei nostri psiko-romanzi, li potrete trovare in alto alla voce : i romanzi del ciclo, oppure piccole curiosità, come quelle riportate qua sotto con i numeri dei TDP passati.  Auguriamo a tutti voi una serena vacanza, o per quelli come noi che schiattano ancora, una buona sopravvivenza.  Ci rivediamo a settembre ( come dicevano spesso i miei professori… ), nessuno si illuda di aver già vinto, gli ultimi sorrideranno… :-)

2000: 1° Cannibal - 2° Farè - 3° Bicio

2001: 1° Cannibal - 2° Lo Squalo3° Induron

2005: 1° Il Ciclone2° Induron/Lallo (pari merito)3° Lady in speck

2006: 1° Giampa2° Cannibal - 3° Verdurer

2007: 1° Ciaramdanak2° Mago G - 3° Pantuna

2008: 1° Mago G2° Ciaramexdanak3° Taeng Mo

2009: 1° Taeng Mo2° Otto3° Mago G

2010: 1° Mago G - 2° Pantuna3° Tarci

2011: 1° Tarci2° Giggi - 3° Enriquez

2012: 1° Ciucciarode -2°  Tarci3° Enriquez

Di seguito riportiamo i vari vincitori di tappa di tutte le edizioni aggiornati ad oggi.

VINCITORI IN TUTTI I TDP TAPPE
CANNIBAL        ( adatto in ogni dove ) 17
MAGO G             ( potenza anche in salita ) 10
TAENG MO        ( scalatore ) 7
TURBO               ( scalatore ) 7
ENRIQUEZ         ( resistenza umana in bici ) 5
SAUTE’               ( passistone-cronoman ) 5
PANTUNA          ( scalatore ) 4
EL VERDURER          ( cronoman ) 4
CIUCCIARODELLE   ( scalatore veloce ) 4
CIARAMDANAK         ( scalatore ) 4
JO’ TAVERNINI          ( uomo squadra ) 3
TARCI                          ( passista-furbista ) 3
CIUCCIARODE          ( velocista-furbista ) 3
SACKS                        ( scattista ) 3
KAMI ASTE UNDER 18       (combattiva e agile ) 3
GATTO                  ( potenza anche in salita ) 3
AZZOLINI W         ( passistone-cronoman ) 3
FISCHIA                ( combattiva e agile ) 3
OTTO                     ( combattivo e passista ) 2
BICIO EL TRATTOR      ( potenza di watt e kg ) 2
RICKY                               ( scattista-furbista ) 2
RUVIDO                            ( da caccia al tesoro ) 2
SAMBUC                         ( uomo squadra ) 2
TRIBULA            ( passistone anche in salita ) 2
RUGA                  ( da caccia al tesoro ) 2
YURKA               ( combattiva-resistente ) 2
GIAMPA              ( furbista-passista ) 2
ANNASLISA      ( fortunella-tenace) 2
BEDU DIESEL  ( fortunello-tenace ) 2
MOSEROTTA    ( fortunella-agile ) 2
LEVERA             ( potenza e agilità ) 2
CICCIO GRAZIANI    ( scalatore-distratto ) 2
CAPITAN NEMO       ( potenza anche in salita ) 2
CINZI                           ( fortunella-tenace 2
LAGRIMA                   ( fortunello-tenace ) 2
COREGOM                ( fortunello-fastasista ) 2
NICO                           ( calcolatore-tenace ) 2
WOMBAT                  ( combattivo-resistente ) 2
TRENINO SICILIANO  ( passistone-distratto ) 2
PANZSTRONG             ( passistone-resistente ) 2
ANGELO                        ( scalatore-ballerino ) 2
PIANELA L                    ( combattiva- fortunella ) 2
GIGGI                          ( scalatore-distratto ) 1
PITT BULL                ( potenza e grinta ) 1
CIACERO                  ( scalatore ) 1
WHITE                       ( potenza anche in salita ) 1
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NOI, I FORTUNATI DEL TDP

Pregasina, un paese meraviglioso arroccato sullla parte più bella del lago di Garda, scenari che ci invidiano da tutto il mondo, e noi, fortunati abitanti di questi luoghi ne approfittiamo per percorrere in bicicletta le rampe della sua suggestiva strada della Ponale, divertendoci nella corsa a tappe più folle del panorama ciclistico, così citava un famoso quotidiano…   Quest’anno con una forte dose di coraggio, abbiamo momentaneamente sostituito la classica tappa delle “Lucciole della Ponale” con la formula nuova della staffetta, due cose totalmente diverse, ma entrambi affascinanti, in tutti i casi, l’accoglienza a noi riservata una volta arrivati è stata come sempre disarmante, il comitato di Pregasina è ormai parte integrante del Tour de pance, e se ci sarà un’altra edizione promettiamo loro di ritornare “lucciole” lassù.      Detto questo, la formula della staffetta ad estrazione ha riservato sorprese, la fortuna della combinazione dei tempi ha sorriso a Ciacero, che si è anche preso il lusso di rifilare 1 minuto all’invincibile Turbo, a White, osso duro della stirpe dei Leveri e infine al redivivo Enriquez, che non è certo la sua specialità la prova contro il tempo, anzi la sua sarebbe quella senza limiti di tempo….    Ma in termini di classifica generale poco cambia, da notare l’appollaiarsi nelle prime posizioni di moltissimi big in cerca di doppette onel caso del sornione Cannibal, di triplette, quest’anno lo scenario finale è quantomai incerto, con la cma “Coppi” ancora da disputare, la sporca ultima corsa, che notoriamente sconvolge un po’ le abitudini di alcuni big, dotati meno di resistenza che di forza, ma sopratutto il colpo di scena finale, non sottovalutatelo, qualcuno ha già tirato i freni da un po’ nella speranza di imbroccare il jolly.    Ora il TDP si prende una meritata pausa, ci rivedremo con la lingua fuori a settembre, quando una salita di oltre il 20 per cento di pendenza vi riporterà con i piedi per terra… :-)   Au revoir amici !!

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PESCI FUOR D’ACQUA N. 2

Ci scusiamo per il contrattempo, lo spostamento della tappa a mercoledì si è reso necessario per il semplice fatto che gran parte degli organizzatori della manifestazione erano impossibilitati a venire, ma il TDP continuerà nel migliore dei modi la prossima settimana, con una delle prove più divertenti degli ultimi anni.    Il ” Duathlon di ledro ” per chi non lo conosce, si svilupperà con la formazione di squadre miste, divise tra fasce più o meno forti e consisterà nel arrivare insieme a Molina di ledro davanti all’imbarcadero dei pedalò, quando tutti i componenti della propria squadra saranno arrivati allora si potrà salire a bordo del pedalò, e concludere la prova con un breve giro di boa posto a circa 200 mt. dalla riva.   Una volta a bordo dei pedalò si potranno anche fare piccoli azioni di disturbo agli avversari, ma mai usando armi contundenti, acidi, laser ecc…  ! A presto allora.

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PESCI FUOR D’ACQUA (istruzioni per l’uso)

Il ” Trippathlon del Brione ” è alle porte,  l’estate è scoppiata e allora quale momento migliore per immergere le vostre chiappe provate dalle selle di bicicletta ?  Bene ! allora udite:  Mercoledì prossimo alle ore 20 e 30 ci si troverà in spiaggia (località porfina), poche decine di metri dopo la piattaforma galleggiante, proseguendo vedrete dei portasurf sul bagna asciuga, lì aggancerete la vostra bici sugli appositi ganci e tornerete di fronte alla piattaforma galleggiante.  Saliremo tutti, rigorosamente in divisa da TDP per un divertente gag, dopo poco sarà dato il via ufficiale alla prova.   Attenzione :  la divisa obbligatoria per la occasione sarà semplicemente avere ai piedi delle PINNE , sì avete capito bene, pinne !   quando sarà dato il via, si scenderà “ordinatamente” :-)   dalle scalette della zattera, poi in qualche modo sempre con le pinne ai piedi ci si dirigerà alle bici, le si inforcherà pedalando con le pinne verso il baretto del porto e poi l’attraversamento della strada, da lì si salirà sino al fortino del brione.    Ricordiamo a tutti che non ci sarà bisogno di dannarsi l’anima, i tempi del “rischiatutto” (CLICCATE SOPRA PER VEDERE IL CONSISTENTE BOTTINO DI PUNTI IN PALIO ) saranno come quelli di pregasina, e cioè dai 60 ai 75 minuti per arrivare al traguardo, che sarà sul tetto del fortino, lì pescherete come sempre la vostra pallina, poi la fortuna potrà fare il resto.      Se pensate di non aver capito, ricordatevi alcune cose essenziali : maglietta del TDP, pinne, luci ed eventuali libere scenografie ( sono sempre ben accette) e non temete di affogare, l’acqua scesi dalla scaletta non vi arriverà neanche al bacino.

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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL TDP n.3

Sette anni fa, quando al Varone demmo il via alla prima tappa del’ ” Alba del Ballino “, pochi pensarono di rifare ancore simili levatacce per disputare una stupida prova del TDP.

Sabato 8 giugno 2013  ore 5 e 50, albergo Alberello, Varone:    “Mio Dio !…ma quanti sono ? “  Una signora affacciata alla finestra del della sua camera d’albergo mai più si aspettava di vedere così tanti buontemponi proprio sotto di lei, non ne vedeva a quelle ore del mattino, così tanti tutti assieme dai tempi delle sue vacanze a Rimini, quando all’uscita delle grandi discoteche si radunavano per andare a salutare l’alba in spiaggia, ma non vestiti in quel modo assurdo…                     Detto questo, non c’è più da stupirsi se la strana terapia del TDP annoveri sempre più adepti tra le sue fila, ormai ci si rassegna al fatto di ritrovarsi con gli occhi crepati di rosso, o con la schiuma da barba ancora sul faccione, l’importante è non ” mollare il trenino “, quello che ci fa sentire ancora in pista, sia con la pancia che con i pochi neuroni rimasti :-)            Ecco che allora magari la pura cronaca dei numeri passa in secondo piano di fronte ai soliti aneddoti, l’altra mattina per esempio il mistero dei tre personaggi incontrati a metà percorso, nessuno li conosceva ma da come erano vestiti anche loro si pensa che non andassero a fare lo stelvio….         Turbo non lo ferma più nessuno, e se Taeng mo torna a fare la voce grossa grazie alla “Soccia’l card”, e vuol mangiare conigli senza polenta, di certo il Ciucciarode non è uno che si fa intimidire, ora si è inventato una forma di ritiro-punizione a tutto il suo team per non averlo protetto, andranno sulle alture del caucaso centrale a sudare e meditare.   Ma i protagonisti saranno ancor tanti d’ora in poi, da tener d’occhio un certo Ciccio Graziani, qualcuno non si sarà certamente lasciato sfuggire i suoi occhi da tigre che sfoggia quest’anno, che sia la sua volta buona ?    Il Mago, pur facendo del suo meglio si accorge che quest’anno dovrà fare degli straordinari con la dieta se vuole vincere, ma da uno come lui ci si può aspettare di tutto.    Poi c’è la splendida incognita dell’ultimo colpo di scena, molti dei non in condizione sperano nella tappa da ribaltare alla fine, certo potrebbe funzionare, ma bisognerebbe arrivare sempre ultimi per essere sicuri, e intanto il Turbo arriva sempre primo, chi riuscirà a fermarlo prima che sbricioli ad una ad una le ultime certezze dei ” Beverly inps ” ?

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IL CICLISTA GULLIVER

Capita che un ciclista si alzi prima del levar del sole, per intraprendere il suo piccolo grande viaggio scandito dalla sua forza di volontà ,ed anche per la curiosità verso i suoi simili.    E allora se ha fortuna, con le prime luci dell’alba, può scorgere i leggiadri mattinieri delle due ruote librarsi quasi senza pedalare, sospinti dal vento del nord, quasi sospesi tra cielo ed aria, viene voglia di infilarsi tra di loro, ma quasi sempre sfuggono via, non amano molto la compagnia.   Gulliver, il ciclista così denominato, è invece un personaggio che spinto dalla sua innata curiosità tende a ricercare il suo simile nei svariati suoi risvolti, mettendosi però a volte in situazioni problematiche.     Se per esempio troverà lungo il cammino i famosi “buontemponi “, ovvero quei ciclisti che possono partire a qualunque ora, beh in quel caso non avrà problemi ad intrufolarsi in gruppo, sia la loro velocità che la loro socievolezza non gli recerà nessun problema.     Diversamente andrà a finire se tenterà di accodarsi alle tribù degli “scaldati”, e cioè di quelli che rilanciano la velocità quando mancano pochi metri per agganciarli, lì di solito il ciclista Gulliver rimane al vento, sconsolato dovrà solo sperare di trovare per strada un passaggio da un ” Tribula” di turno, quelli di cui ti puoi fidare, rimasti a loro volta orfani del gruppetto-madre, di solito si offrono di aiuto per trainarti a destinazione, la loro ospitalità è sacrà, solo quando avranno finito la loro missione, si accasceranno sui paracarri, ma è sempre più raro incontrare questi angeli della strada.    Se Gulliver sarà stato baciato dalla fortuna, finito di percorrere il lago di garda da nord a sud, si imbatterà prima o poi con la tribù dei “passistoni”, ciclisti di pianura, spesso dotati di buoni fondoschiena dove ripararsi dal vento, normalmente non sono bellicosi, ma non bisogna parlar loro di montagne o colline.   Trovare poi gli “scalatori” per Gulliver potrebbe essere la fine, sì perchè più di una volta, con la scusa di andare a mangiare una polenta appena più in su, il gruppetto in questione potrebbe ridurlo allo sfascio dopo lo scavalcamento di 2 o tre cime, per poi abbandonarlo al suo destino tra le nebbie.    Ma in assoluto per lui, il pericolo più grande è rappresentato dal “culetto col codino”, di solito sono i miraggi del deserto, quando ormai la lucidità lo abbandona, in quel momento Gulliver vede a poche decine di metri dinnazi a lui la figura di uno splendido esemplare femminile di ciclista con la coda svolazzante, se tenterà di raggiungerlo potrà andare incontro a serissimi problemi di varia natura, se gli andrà bene, una volta affiancata si renderà conto che l’esemplare in questione era una attempata solitaria in attesa di compagnia, in quel caso dovrà abbozzare un sorriso di circostanza e cercare un allungo, altrimenti finirà tra le sue sgrinfie.

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STORIE ALL’ALBA

Quarto atto 2013

” LA VENDETTA “

Erano quasi due mesi che pioveva, tanto che molti dei componenti del tour si ritrovavano nelle ore più strane a pedalare nella galleria peraltro poco illuminata che collegava le due valli, ma la cosa più fastidiosa era la scarsa aerazione, spesso la visibilità causata dallo smog si riduceva a poche decine di metri, e solo i colpi di tosse di quelli che erano più avanti, facevano rinsavire i malcapitati in preda alle allucinazioni.   Il divertimento, se così si poteva chiamare durò poco, sino al momento che l’ente stradale locale decise di chiudere il tunnel per lavori per 10 lunghissimi giorni.    Proprio in quel periodo le previsioni meteo davano un incattivirsi delle precipitazioni, una vera disdetta per chi voleva fare attività all’aperto.   Il dott. Premuri, vecchia volpe del tour de pance, si ricordò di un suo vecchio compagno di scuola, l’aveva incontrato qualche tempo fa, ora lavorava presso l’ANAS, lo chiamò tempestivamente, e in nome della loro vecchia amicizia gli chiese un favore preziosissimo.      Fu così che, grazie alle chiavi del lucchettone che chiudeva l’accesso alla galleria, lui non perdeva una sera per allenarsi a dovere su e giù senza tregua, mentre gli altri si appoggiavano sconsolati davanti alle finestre con la speranza che cessasse di piovere, ma inesorabilmente ingrassavano mentre la data della gara si avvicinava.     Ma il dottore non sarebbe stato così egoista, avrebbe condiviso l’accesso alla galleria con gli altri del tour, ma solamente nell’ultima notte che precedeva la tappa, la sua generosità tuttavia nascondeva un beffardo inganno.      Il suo piano infatti prevedeva di scorazzare un oretta con loro in galleria, poi li avrebbe rinchiusi quel tanto che sarebbe bastato per concludere la gara, ovviamente dopo, sarebbe bastato l’arrivo del suo amico, con mille scuse  li avrebbe liberati, dicendo loro che dopo aver visto il lucchetto forzato, lo avrebbe chiuso pensando ai soliti vandali della notte.        Arrivò dunque la vigilia, Clotilde la moglie del dottore, vestita di poche ma esplicite cosucce, aveva preparato una cenetta con tanto di candele rosso vivo, chissà forse si era illusa dopo averlo visto così tonico negli ultimi tempi, ma l’unico movimento pelvico che aveva in mente il dottore, era quello per mettere la ruota davanti agli altri sul traguardo della tappa all’alba.      Lei non si sorprese più di tanto, quando lui sul più bello, con ancora una fetta di frutto della passione in bocca, si scusò dicendo di dover andare con gli amici del tour per l’ultima messa a punto dell’allenamento.     La delusione di Clotilde si trasformò in breve tempo in una sorte di fredda e lucida determinazione, sapeva da un po’ del piano di suo marito, glielo aveva ingenuamente confidato in una delle rare sere che lui si concesse senza cardio frequenzimetro.    E siccome anche lei conosceva bene, sotto altri aspetti, il suo ex compagno di classe, le cose si misero in un modo diverso di quelle che aveva previsto il dottore.     Il rumore della pioggia battente di quell’alba non copriva il cigolare causato dal letto, un ritmo ossessivo che sembrava scandire il tempo delle migliori pedalate, mentre a pochi chilometri di distanza, il grande lucchettone che rinchiudeva quaranta ciclisti in galleria non cigolava affatto, neanche quando usarono il dottore come ariete per sfondare lo sbarramento.

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IL TEMPO DELLE RUOTE GRASSE

Come già detto in precedenza, martedì sera e non mercoledì com’era da programma iniziale , andrà in scena la seconda prova del TDP di quest’anno, molti di voi conosceranno a menadito il tracciato, altri no, in ogni caso tutti facciano attenzione perchè abbiamo apportato una piccola modifica qui di seguito descritta.                La partenza prevista sarà alle ore 19 al ponte romano di Ceniga, la prima parte del percorso ricalcherà quella di 2 anni fa sino alla località di Oltra, ma invece di svoltare si proseguirà in direzione Pietramurata.  Se alcuni di voi non sono sicuri di individuare  la via giusta, facciano attenzione sempre ai cartelli biancorossi  che indicano Pietramurata posizionati ad ogni bivio, solo in un caso bisognerà ignorarlo, quando ad un certo punto si prenderà a sinistra una salita che indica località Bene, questa è la piccola modifica che abbiamo apportato, si tratta di un breve anello in salita che poi ripiegherà di nuovo sul sentiero Gaggiolo-Pietramurata.   La discesa su buona starda forestale e campagna a un certo punto diventerà sentiero, dopo una breve rampa sassosa si snoderà per altri 2km sino all’arrivo proprio sotto il crossodromo Ciclamino.     L’intenzione sarà poi quella di cenare assieme, ma per il momento non sappiamo ancora se ci fermeremo lì,  vi faremo sapere a breve quando avremo notizie fresche.  Si raccomanda fortemente il caschetto, ed eventualmente luci per il ritorno.

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“IL VENTO E LA FOLGORE ” by Tribula

” IL VENTO E LA FOLGORE “

I ciclisti li riconosci subito, somaticamente intendo, i loro visi sono scolpiti dal vento preso in faccia,  un artista di scuola classica, per il quale la manifestazione di emozioni e sentimenti è contenuta in forme di controllata razionalità e assoluta armonia la sua opera la compie soffiando in fronte e levigando con paziente sapienza la materia.
Loro, la materia, i ciclisti dico,  generalmente non hanno la sensibilità per apprezzare l’opera del modellatore e per contralto si lamentano dell’avverso elemento, fino ad arrivare allo spregio iconoclasta sacramentando alla maniera dei portuali, quando l’impeto creativo si manifesta.
Tuttavia se succede che nella terra dei broccoli, in un giorno di primavera il vento si posi con favorevole magnanimità sulle tornite natiche di un manipolo di striati pedalatori, ecco che allora ciascuno si concilia con l’eterea folata e avverte crescere nel cuore la speranza di trasformarsi in folgore.
La metamorfosi non riuscirà a tutti, anzi, a molti la folgore trafiggerà i polmoni, squasserà i muscoli e trasfigurerà il viso, dilatandone le narici appallandone gli occhi e contorcendone  il sorriso, saranno loro, quelli con il viso scolpito dal vento e forgiato dalla folgore i prediletti della creazione.
Ma i ciclisti son gente dannata, condannati a disconoscere la loro genesi pur tendendo al sublime?

Se pensate di si. Scrivete si
Se pensate di no. Scrivete no

Aderendo al sondaggio parteciperete all’estrazione di ricchi premi e simpatici gadget,  insistendo un po’ c’è la possibilità di aggiudicarsi punti bonus in classifica generale.

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