“ LADRI DI CYCLETTE “
Pederzolius annunciava l'ingresso delle bighe nell'arena con quanto fiato aveva in gola, con la sua voce riusciva persino a coprire anche i trombettieri.
Il primo ad entrare nella bolgia fu Octavio, l'indiscusso re delle gare sulle bighe, nell'ultimo massacro a " Crampo Carlo Magno " fu l'unico ad arrivare al traguardo, con i suoi speroni aveva eliminato uno ad uno i suoi più diretti concorrenti, e vinse arrivando alla fine con la sua biga tagliata a metà ed anche uno dei suoi cavalli.
Aveva l'onore di fare il giro d'apertura dei giochi, si fermò sotto la tribuna delle autorità, e con il tipico gesto a a mano alzata, il primo cittadino Molinarius ricambiò la cortesia.
L'attesa gara delle biglie era un evento molto sentito, e quel giorno le " Termae romane " erano gremite all'inverosimile, nei sotterranei l'adrenalina tra i vari concorrenti che aspettavano di entrare, era salita alle stelle.
Per la cerimonia di apertura erano stati gettati nell'arena una decina di schiavi, che con il solo ausilio di un bastone appuntito dovevano vedersela con con dei leoni in stato di cattività, l'ultimo sopravvissuto avrebbe avuto la concessione della grazia e la possibilità di partecipare alla gara sulle bighe.
E l'ultimo a rimanere in piedi fu lo schiavo egiziano Ciaramdanak, che ridusse i poveri leoni a degli insaccati, la folla lo acclamò, e lui preso dalla foga si inchinò a destra e a manca, ma l'ultimo inchino verso il console Verdurius gli fu fatale, la sua schiena lo tradì e rimase piegato in due fino all'ingresso del centurione- scopa, che lo punzecchiò con un forcone per farlo raddrizzare. Un sistema quello, usato anche nel massacro di " Conciai ", dove molti fingevano di esser morti.
Intanto la maga Thelma fuori dall'arena forniva previsoni a pagamento per poi scommettere sull'uno o sull'altro, c'è chi si giocava tutti gli averi, la maga Thelma non leggeva le carte , e neanche guardava dentro la sfera, lei aveva un modo tutto suo, ingurgitava una specie di liquore da lei preparato, dopodichè a seconda del ruttino, decideva quale era la scommessa migliore da fornire al cliente, e dopo una bella pacca sulle spalle, lo rassicurava della vincita.
Quo vadis Tribula ! - un centurione gli intimò di fermarsi, ma lui riuscì a dileguarsi tra i labirinti dei cunicoli nei sotterranei, il centurione con una torcia in mano perse le sue tracce, e si imbattè in una strana figura, era Gratianus, che alle prese con la sua cistite bestiale, era rivolto faccia al muro aspettando la prima goccia.
Il centurione si accorse delle inferiate aperte del magazzino dove le bighe per la gara erano custodite, urlò: - Maloxus ! - , ma nessuno rispose. Qualcuno aveva approfittato della ingiustificata assenza di Maloxus per rubare tutte le bighe, si sentivano urla e rumori di catene, anche gli schiavi erano stati liberati e si stavano lanciando contro i guardiani e i centurioni all'uscita delle termae, la confusione là sotto era totale.
Fu l'inizio della rivolta, El Tribula, Tarcisius, Tonellius, e molti altri guidavano le bighe verso l'entrata della arena, ma anche schiavi si erano impossessati dei mezzi, uno schiavo dagli occhi a mandorla fece impennare la sua biga, e lo stupore fu enorme quando la folla assiepata sugli spalti vide l'entrata di costoro.
Era la corsa della libertà, mandarono avanti come ariete Gratianus, che in quanto a coraggio non era secondo a nessuno, si unì anche octavio, e la forza d'uro fu travolgente, sotto gli occhi esterefatti di Molinarius, la fuga stava per compiersi, il portone massiccio dell'arena fu divelto, là davanti c'era la libertà.
Che tristezza risvegliarsi dopo un sogno così nobile, ero così stanco che mi sono addormentato là sotto, nella mia automobile nel garage delle " Termae romane ", non credo di aver dormito molto, quando sono risalito li ho visti, c'era ben poco di eroico in loro, seduti sulle cyclette nel cortile del circolo pensionati, niente pennacchi o ferite da combattimento, solo gobbe e artrosi, uno di loro mi disse: - Ma dove eri finito ? Dai vieni che fra poco ci servono la minestra -
Devo smettere di prendere quelle pasticche per la pressione, pensai, poi incontrai lo sguardo del Tribula, era stranamente luminoso, prese il bastone, mi strinse l'occhio, e andammo lungo via Roma, guardando a destra le rovine delle terme., poi entrammo in farmacia.