“ Ladri di cyclette“
- Ma mi faccia il piacere, ladri di cyclette...mi vien da ridere ! -
L'uomo con la cravatta fucsia non insistette, si sentiva tranquillo, almeno lo aveva avvertito, e firmò la nota d'ordine di quelle trenta cyclette che sarebbero state consegnate nel giro di una settimana.
Il suo era uno dei tanti centri fitness per anziani che pullulavano nella città, mentre via via andavano scomparendo le palestre per i più giovani, ormai la popolazione era composta per due terzi da cinquantenni in sù, e molti di loro, invece che tenersi in forma tra le mura di casa, preferivano ritrovarsi in questi ambienti climatizzati, spesso con hostess di bell'aspetto che fornivano loro attenzioni tra una tisana e un cambio di " spugna ".
E così con l'arrivo della stagione umida, succedeva che gli abbonamenti per la " cyclette-mania " andavano a ruba, arzilli pensionati di secondo pelo si affrettavano per aggiudicarsi il più presto possibile il " senior pass ", una carta con la quale potevano scorazzare tra i migliori centri fitness e prenotare le migliori cyclette, magari con vista sul corridoio dove le hostess, finito il turno andavano a cambiarsi.
Lui aveva fiutato l'affare già da qualche tempo, ma gli mancavano i liquidi sufficenti per mettere le mani su quella ex palestra, per partecipare all'asta finale, si era venduto persino la sua bicicletta da pistard, con la quale aveva vinto molti anni prima una tappa del tour su una specie di velodromo in disuso, ci teneva moltissimo, molto di più della collier di diamanti che aveva regalato a sua moglie.
Voleva accaparrarsi i clienti che già frequentavano gli altri centri, però per far questo, doveva avere il meglio del meglio che c'era sul mercato, e quelle cyclette erano davvero uno schianto.
Comode selle automodellanti ed elettro stimolanti, poggiatesta con massaggio per le cervicali più ostinate, poggia gomiti con posto a lato per il bicchiere, e naturalmente il pulsante per chiamare l'hostess.
Costavano molti soldi però, e il mutuo che aveva fatto per avere tutto questo era monumentale, ma il fiuto per gli affari non l'aveva mai tradito, quindi non si lasciò intimorire più di tanto.
E venne il gran giorno, dopo settimane frenetiche di preparazione, finalmente l'apertura del suo locale !
L'insegna luminosa splendeva di un verde accecante, e ricordava più un locale da gioco di Las vegas che una palestra per attempati ciclisti, fuori ad attendere i primi clienti, c'era lui in persona, vestito in doppio petto con lustrini ed era contorniato da almeno una decina di accattivanti hostess, nonchè di altrettanti steward robusti che strizzavano l'occhio alle signore, insomma quella che si dice una grande prima stava per consumarsi davanti ai suoi occhi.
Per entrare bisognava avere almeno sessanta anni, e a nulla valsero i goffi tentativi di alcuni ragazzotti appena quarantenni, che tentavano di spacciarsi per pensionati con capelli tinti e carte false.
Arrivarono davvero in tanti col favore delle tenebre, e come lui s'immagininava, tra di essi v'erano molti dei suoi compagni del tour, che con grandi pacche sulle spalle si compiacevano con lui, ma mentre gli stringevano le mani, gli sguardi cadevano su altri lidi, e con lo stesso cerimoniale, le signore già si complimentavano per l'ottima scelta di quei prestanti steward di colore.
Prima di tagliare il nastro con l'apertura del portone del centro, scoppiò la prima rissa, due dei suoi vecchi compagni di pedalate erano avvinghiati l'uno all'altro, uno di loro, quello brizzolato con la cicatrice sotto l'occhio si era scagliato sull'altro, perchè aveva apostrofato con frasi sconce una hostess, e malauguratamente quella era sua nipote.
Un brutto segnale quello, infatti, alcune di quelle belle ragazze che intrattenevano i clienti in palestra, erano quasi sempre nipoti dei suoi vecchi compagni del tour, quindi era inevitabile prima o poi arrivare ad uno scontro, intanto la situazione era tornata tranquilla, e quello che si aprì davanti agli occhi di tutti quando si aprì il portone fu una cosa incredibile.
Raggi laser si insinuavano tra fumi e luci di ogni colore, le note della celeberrima " va pensiero " strappavano le prime lacrimucce, tipiche di quelle facili commozioni che arrivano col passare delle primavere.
Fu un successo in tutti i sensi, il suo fiuto non l'aveva ingannato, almeno fino a quel momento. Ma la troppa sicurezza a volte fa trascurare i particolari, e se lui avesse ascoltato quell'uomo con la cravatta fucsia, forse si sarebbe reso conto che anche in questo genere di business il rischio esisteva.
La notte prima, durante l'inaugurazione del centro, le cyclette erano al centro della pista, scintillanti e fluttuanti tra i vari effetti speciali, quasi fossero olegrammi, belle e impossibili, almeno per quella sera,...o per sempre.
Proprio dai particolari era rimasto fregato qualche decennio prima, durante una tappa del tour non si accorse di una deviazione sul percorso, e inforcò un vicolo cieco dove venne malmenato da una baby gang di quarantenni disoccupati.
Il lampeggiante della automobile della polizia illuminava il cortile antistante l'entrata del centro, lui era chino su un muretto e si teneva il capo tra le mani singhiozzando, tutta la sua sicurezza era svanita come l'oleogramma delle sue creature.
Infatti quelle splendide cyclette che tutti avevano potuto ammirare la sera della inaugurazione, non erano altro che delle sofisticate proiezioni, quelle vere erano da un altra parte.
L'uomo dalla cravatta fucsia, colui che che avrebbe dovuto consegnarle di persona il giorno della inaugurazione, giaceva docile accanto a me, legato ai polsi e ai piedi con un vecchio filo dei freni, aveva ancora un vistoso ematoma sopra l'occhio sinistro dove lo avevo colpito, e mi seguiva con lo sguardo come fosse un cagnolino in attesa che il padrone lo porti fuori a far la pipì.
Mi ero informato bene sull'ora della consegna, mi bastò intercettarlo durante una sosta ad un autogrill un centinaio di chilometri prima che arrivasse a destinazione, prima che lui ripartisse lo avvicinai con la scusa di avere una informazione, ci misi poco ad impadronirmi della situazione e del prezioso convoglio.
Conoscevo molto bene tutto lo stabile di quel centro, odiavo tutte quelle maledette piante da potare e quell'erba che cresceva per dispetto nel cortile intorno, ormai la mia schiena ricurva non sopportava più simili sforzi, era il momento di tagliare col passato.
Devo dire che mi divertìi un sacco a vedere tutta quella gente a bocca aperta, convinta di essere di fronte agli ultimi gioielli della tecnica in versione cyclette, lo schermo tridimensionale che avevo preparato dove venivano proiettate dava una sensazione quasi reale,... a parte qualche particolare.
Quelle cyclette erano un sogno per molti, e molti avrebbero pagato per averle per primi, come del resto aveva fatto lui,ora erano al sicuro tra le mie mani, ma bisognava piazzarle su un altro mercato, e per far questo bisognava cambiare aria.
L'aria adesso me la fanno cambiare sì e no un oretta al giorno, quando mi aprono questa cella umida e maleodorante.
Di quella notte l'ultimo mio ricordo fu solamente una gran botta in testa, quando mi risvegliai ero già ammanettato su un automobile della polizia.
Erano d'accordo quei due maledetti, lui e l'uomo dalla cravatta fucsia erano già al corrente del mio piano, avrei dovuto accorgermene quel giorno che trovai stranamente aperto il magazzino, dove tenevo gli atrezzi da giardinaggio e dove preparavo lo schermo con il proiettore.
Capitavo a pennello, non c'era niente di meglio che lasciarmi fare, poi denunciarmi per rapimento di persona e furto delle cyclette, con un piccolo particolare, la merce non fu più ritrovata, con conseguente intascamento di un grosso rimborso da parte dell'assicurazione, tutto calcolato,...o quasi.
Un giochetto sporco che gli fruttò il doppio, non erano nuovi a questo tipo di tresca, ma anche in questo caso furono alcuni particolari a fregarli.
E' stato alquanto curioso ritrovare tra queste mura alcuni vecchi compagni del tour, chi più chi meno ha avuto qualche problema con la legge, per lo più marachelle da pensionati annoiati, privi di quella leggerezza che solo i pedali potevano regalare.
Fu per questo che si fece portavoce ancora una volta il vecchio organizzatore del tour, chiedette al direttore del penitenziario se fosse possibile avere qualche cyclette, se non altro per passare con dignità le nostre ultime primavere, gli furono negate e qualcuno cadette in depressione.
E' ora di lasciare la penna, chissà un giorno forse vi racconterò come è andata a finire, adesso devo andare, sì perchè fra poco arriveranno quei due, li hanno beccati ieri, si sono fatti fregare da un finto acquirente, e in cortile oggi per l'ora d'aria c'è un gran fermento, chissà... abbiamo una gran voglia di pedalare.