Ladri di Biciclette

In una calda notte d’estate incominciai il mio racconto “ladri di biciclette”. Pensai, ma io nella mia vita non ho mai rubato una due ruote casomai qualche caramella o un paio di spiccioli dalle tasche di mia sorella.
Nella mia vita la bicicletta aveva lasciato dei segni e ve li voglio raccontare.
Quando ero piccola, la mia cara zia Celestina mi regalo un piccolo girellino con rotelline laterali, ricordo ancora con gioia i miei primi giri sul terrazzo, la mia quattro ruote filava come un razzo, mi sentivo Nuvolari. Ma purtroppo ho un fratello e come uomo di casa andava accontentato, così quei due angeli neri che mi sostenevano finirono in un cassetto (quel giorno capii che non c’era la parità di diritti) era lui il mio ladro di biciclette.
Ero diventata più grande, ora la Graziella la sapevo portare, lo spirito d’avventura ci trascinava ad arrampicare su alberi, e muri, esplorare isole paludose e simulare lunghi treni legando una bici dietro l’altra. Ero in fondo alla fila, quando su una curva a gomito il mio vagone deragliò e il mio naso assaporò il contatto della ghiaia, e con un cerotto sulle narici venni derisa, ero un soldato che aveva perso la sua battaglia ( Forrest Cramp), questo in ricordo di S. Giovanni.
Qualche anno dopo la mia nonna stava male il suo cuore faceva i capricci, serviva aiuto dovevo trovare mio padre , ed eccomi saltare in sella come Moser e Gimondi le mie gambe giravano come il vento ( il mio primo fuori soglia) portai a termine la mia missione , forse avevo salvato un vita o almeno mi faceva piacere pensarlo.
Pensi che questa esperienza porti a qualcosa , ma invece non sono mai entrata nella Croce Rossa Italiana.
Questi tre aneddoti non mi hanno fatto diventare ne ministro della Pari Opportunità né Capo treno e nemmeno un Medico Senza Frontiere ma semplicemente “ La Levera” del T.D.P , e che nessuno ci provi a rubarmi questo!