“Saranno famosi”
” Al supermarket “
Nei supermercati come nei bar di quartiere, e forse anche di più, capita di ascoltare di tutto, dall’attualità nazionale a quella locale più spiccia, basta soffermarsi un po’ in qualche reparto e aspettare, prima o poi si formerà un gruppetto , dipenderà da voi se vorrete far parte al salottino. Succede così che anche il più futile degli argomenti, ma di pubblico dominio come ad esempio il Tour de pance, possa far parlare, come si può seguire un reality o magari un settimanale da sala d’aspetto che si trova dai parrucchieri. Scoprirete con stupore che persone insospettabili siano bene informate dell’evento….
Un giorno qualunque alla coop :
- Toi Bepi, t’ai lezù sul giornal de quel lì ?..dai quel lì che l’ha vint el tùr,..el tùr dei panzoni
- Ma va là Cesira ! nol l’ha vint el tùr, l’ha sol vint na tapa..lezi ben !
-Mah.., e scolta..ma te ricòrdet de quel’altro, el polaco dai ! quel sì che’l pedaleva,..che fìn l’ha fàt ?
-Oscie !..l’è deventà en balòn adès, pecà perche el me piaseva, ma secondo mi el torna..te vederai !
Intanto mentre i due parlavano, e i loro carrrelli della spesa ostruivano il passaggio agli altri, un terzo personaggio che sino a prima era intento a pesare i suoi pomodori, ma che allo stesso tempo ascoltava i loro discorsi, intervenne anche lui :
- Scuseme !..Per caso parlè de quei matarei con quele maie da galera ? Orco can !..a momenti en tiro soto ùn l’altro dì, per fortuna che l’ho vist en temp !..beh..a dirla tuta ho vist sol el nàs e la maia…che spavent !
Nel frattempo che si stava formando il classico capannello nel reparto verdure, ecco spuntare uno strano personaggio alto quasi tre metri, con una bandanna.
- Toi !..sa gàlo quel lì ? perchè el varda per aria ?..Sarà ben mèio che’l se varda i pei se nol vol cascar !
- Ma Cesira…non t’el sai ? No stà a vardarlo così…, quel lì l’è el maniaco dei soffitti !…ghe piàs controlar sempre che i sia driti.
- Sarà…, ma a mi me sembra pù drit su la bici,…l’è fort..po con quei trampoli..!
- Sì..sì, ti te la sai en po masa longa Cesira, se pol savèr da che banda t’hai tolt tute ‘ste enformazìon ?
- Tàsi..tàsi Bepi.., l’altro dì..ero drìo a tornar a cà, e ho sbusà la roda…me sòm vardà entorno..e ho vìst en mecanico pu en là..
- E alora ?
- Altro che mecanico l’era..! l’era pezo de na radio !..el saveva tùt de tùti, del tùr de panze e dei so màti,..ahh ! gavevo el gelato per me nevoda en te la borsa, ho dovù regalarghelo, così entant che’l magneva som scapà..he he,..ma mi digo che quel lì l’era bòm de parlar anca con na zavata en boca ! Me pàr che anca ti te se qualcos…come fàt a saver ?
- Lezo i giornali Cesira ! e po…vardo interdet..sì insomma.., me tengo enformà..
- Ma chi l’è che l’ha enventà tùt sto storiòn ?.. non’l deve gàver le rodele a’l so posto neh..
- Ah te poi dirlo ! Basta dìr che l’è’n cogo, ie tùti fora quei,…però el gavù na’ bèla entuizìon !
La signora si decise finalmente a scegliere le verdure per la sua spesa, sgomitando tra le altre massaie come se stesse affrontando una volata.
-Bepi !..ma no te pàr en po pasue ste melanzane ?..toca !..toca anca ti..
- Eh…chissà da n’do che le vei,..no l’è miga roba nazional,..per quele..te toca nàr su a Lòpi !..
- Va la ! can’da l’ostia Bepi !…he he…ne vedèm domàm..gò da nàr da quel del gas adès.
- Ahhh ! ho capì..ho capì.. ciao Cesira.
Continua…….
“Il segreto tra i castagni”
L’ultimo gruppetto di amici lo salutò ,e si avviarono in sella alle loro biciclette in discesa, lungo i tornanti che poche ore prima tanto avevano odiato, il bosco si chiuse dietro di loro, quel posto meraviglioso diventò uno scrigno segreto, se ne accorse solo quando si sentì afferrato e trascinato via tra i suoi alberi. Quello era da sempre il posto dove lui ritrovava la pace, nascosto dagli occhi indiscreti e spesso famelici del turismo di massa, desiderava da tempo portare quelli del tour sin lassù, lui poi era il tipo che non lasciava niente al caso, ci teneva molto a far conoscere il suo nido ai suoi colleghi di pedale. Grazie anche alla pubblicità dei quotidiani locali, la notizia si diffuse a macchia d’olio, Troiana piano piano fu visitata sempre più spesso da pedalatori di ogni tipo, e non solo. Si vociferava nei giorni che precedettero la gara, che durante alcuni allenamenti, qualcuno avesse visto più di una figura femminile salire a piedi, e questo fu anche uno dei motivi perchè la località fu presa di mira da più di un bontempone. Il giorno della gara però contrariamente a quello che si prevedeva, sul percorso v’erano solo uomini, molti dei quali si aspettavano di trovare una babilonia femminile lungo la salita. Durante la festa del dopo tappa, qualcuno non riuscì a trattenere la delusione, e diventò un parere comune che il Tarci non era più quella calamita sexy di una volta, quando il sito del TDP era letteralmente impazzito dalle mail di donne che gli cadevano ai piedi, ma si sbagliarono di grosso ! Passarono giorni e giorni, di lui non si ebbero più notizie, non tornò mai a valle, al lavoro o a casa, le ricerche si susseguirono senza sosta, ma niente. Irina, forse la più robusta tra di loro, gli offriva un panno bagnato sulla fronte, lei parlava russo, ma riusciva a farsi capire bene a gesti, l’altra, Helga, una austriaca di poche parole e con un cuore tatuato sull’avambraccio, che da solo pesava 40 kg, gli metteva in bocca pezzi di torta sacher per nutrirlo. Ce n’erano almeno trenta, tra stangone e mulatte, sparse in quella grotta segreta tra le radici dei castagni,e tutte quante aspettavano il momento che lui si fosse ripreso, lui fingeva di stare ancora male, però sapeva che non poteva durare a lungo, prima o poi avrebbe dovuto pagare un tributo altissimo, e questo lo terrorizzava. Stava per rassegnarsi all’idea di soccombere in quell’ incubo di harem , quando si sentì slegare i polsi ed afferrare per le caviglie, poi si sentì inghiottito in un toboga buio e si ritrovò in un ruscello, un posto che conosceva da molti anni, ma che strano, si trovava almeno 100 metri più a valle, come aveva fatto ad arrivare sin lì ? Non lo seppe mai, non seppe mai neanche chi fosse stato ad aiutarlo a fuggire via, quando diede l’allarme, e accompagnò le forze dell’ordine nel posto dove pensava di esser stato fatto prigioniero, non v’erano che castagni, nessuna grotta o anfratto. Non disse a nessuno che due alberi più in là, infilato in un riccio di castagna, aveva trovato un biglietto con su scritto : je t’aime….
” TDP, quando tutto ebbe inizio “
Giugno del 1926, paese dei Crampi. L’odore dell’erba appena tagliata si mescolava a quello sincero di un paiolo fumante della casa a lato, un uomo anziano che ne pregustava già il sapore della polenta, se ne stava seduto sotto un salice quando la sua attenzione fu rapita da una strana figura che si avvicinava sempre più lungo la mulattiera che proveniva dalla valle, era un uomo in sella ad uno strano marchingegno. L’anziano accennò un saluto raddrizzandosi a fatica, l’uomo che gli stava dinnanzi rispose con un sorriso strano, masticava foglie di sambuco mentre faceva andare le sue gambe su quella bicicletta semi arrugginita, il respiro affannoso non gli impedì di domandare al vecchio dove fosse s. martino, l’anziano fece un cenno con la mano in direzione della montagna poi lo vide continuare ondeggiando, pensò che l’uomo avesse dei muscoli di ferro talmente erano rigidi e pulsanti. Passarono molti giorni e nel paese ormai si era diffusa la notizia di quello strano personaggio in bicicletta, e più di una persona giurò di averne visto passare altri in ore inconsuete, ma venivano additati come ubriaconi o visionari, finchè un pomeriggio afoso, dalla mulattiera apparvero, non erano principi alati o guerrieri su cavalli bianchi, era un esercito di sciancati sulle loro biciclette. Gli abitanti del paese uscirono dalle loro abitazioni, nessuno si fidò ad avvicinarli, ma li seguirono fin su dove la strada guardava il cielo, un senso di ammirazione misto a quello della misericordia riempiva gli animi degli abitanti verso quegli strani energumeni, perchè soffrire così tanto invece di camminare ? L’uomo che era passato qualche settimana prima guidava il gruppo e li incitava, ma qualcuno cadeva privo di sensi, poi qualcuno sembrava posseduto all’improvviso dal diavolo, così pensavano le persone, ma erano soltanto crampi, e invece di soccorrerli gli abitanti gli tiravano sassi da lontano spaventati da quegli urli satanici, poi il solito uomo li convinse ad offrire loro foglie di sambuco per alleviare i dolori, fu la svolta. Ancora adesso a distanza di decenni, dopo generazioni, quando passano quelli lì, la gente del posto li accoglie con bevande dai nomi strani, li chiamano integratori minerali, ma invece il nome che danno a quelli lì è sempre lo stesso, li chiamano gli sciancati…..